domenica 31 marzo 2013

L'origine del cognome Windsor e di quello Mountbatten.



Il 20 novembre 1947 l'allora principessa Elisabetta Windsor, erede al trono britannico, sposò l'ufficiale di marina Filippo Mountbatten, dando origine all'attuale denominazione della dinastia inglese, e cioè Mountbatten-Windsor.
Il cognome Windsor, derivante dal famoso castello che è la seconda residenza dei reali, fu assunto dal nonno di Elisabetta, il re Giorgio V, durante la prima guerra mondiale, per far dimenticare ai sudditi la sua origine tedesca.

File:George V of the united Kingdom.jpg

Il vero cognome di Giorgio V era "Sassonia-Coburgo-Gotha", che gli derivava dal nonno Alberto, consorte della regina Vittoria, l'ultima sovrana della dinastia Hannover.

File:Prince Albert 404387.jpg

Per quanto riguarda invece le origini del principe Filippo Mountbatten, bisogna tener conto che il suo cognome era stato "inglesizzato" dal re, perché suonasse meno tedesco. Il cognome infatti era Battenberg ed apparteneva alla madre del principe Filippo, la suocera della regina, Alice di Battenberg, della quale si hanno pochissime notizie in quanto soffriva di malattie mentali.
Il padre del principe Filippo apparteneva invece alla famiglia dei regnanti di Grecia, che a sua volta discendeva dai reali di Danimarca. Il cognome reale era Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glucksburg, anche questo decisamente troppo tedesco per poter suonare bene in Gran Bretagna.
In verità, la famiglia reale britannica ha avuto apporto di sangue nobile inglese soltanto attraverso tre donne: Mary of Teck, moglie di Giorgio V, ricordata come "Queen Mary"; e poi Elizabeth Bowes-Lyon, la Regina Madre; ma soprattutto lady Diana Spencer, viscontessa di Althorp e principessa del Galles, appartenente ad una delle più nobili e antiche famiglie del Regno Unito.




La Principessa del Galles, tragicamente scomparsa il 31 agosto 1997, è stata l'ultima consorte di sangue nobile di un erede al trono britannico.
La seconda moglie di Carlo, la duchessa di Cornovaglia, Camilla Parker-Bowels, non è di nascita nobile, e lo è ancor meno la moglie del principe William, la duchessa di Cambridge, Kate Middleton, i cui nonni erano minatori.

The birth, the start, the beginnings and the origin of the surname "Windsor" and "Mountbatten", the family name of the british Real House and Dinasty.

Windsor family tree

Qui sopra possiamo osservare l'albero genealogico dei Windsor.
Here above we can see the Windsor family tree.

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 10. Le ombre del passato.



Ogni tanto, quando si risvegliava nel buio della sua camera da letto, nella torre più alta del Castello di Gothian, l'Imperatore-Profeta Marvin Eclionner Vorkidian era assalito dai ricordi.
Nei suoi trent'anni di regno, molti protagonisti del passato erano morti.
Si era trascinata a lungo la vecchiaia del patriarca degli Eclionner, il principe Sephir, l'eterno erede che non aveva mai ottenuto il Trono, finendo relegato in un angolo, come il deus otiosus di un Olimpo defraudato.
Quando a Gothian giunse la notizia che Sephir era in punto di morte a causa di una cancrena alla gamba che tanto tempo prima era stata menomata dal Conte Fenrik, nell'anno della Primavera di Sangue, Marvin era corso al suo capezzale, veloce come un pipistrello nella notte. Tali erano diventati i suoi poteri.
Era un segreto che non aveva mai condiviso con nessuno.
Non si era dunque rivelato, quando era giunto a Lathena.
Camuffato da medico, era entrato nella stanza dove suo nonno agonizzava.
Solo a lui, che ormai aveva un piede nella fossa, si era manifestato.
Sephir, in preda al delirio delle febbri, era convinto di avere un'allucinazione.
<<Ecco Marvin, ecco l'angelo della morte... ti sei scomodato di persona per assicurarti che questa volta io crepi sul serio?>>
Marvin non aveva perso tempo in chiacchiere. Aveva accostato la sua fronte a quella rugosa del vegliardo, secondo un antichissimo rito. Nel momento del contatto, tutte le memorie di Sephir si erano trasferite, come in un lampo, nella mente del nipote.
Gli si erano rivelati tanti aspetti del tutto ignoti della personalità di Sephir e delle sue esperienze.



<<C'era del buono in te>> aveva commentato Marvin <<perché lo hai nascosto in maniera così ostinata, come se si trattasse della prova di un assassinio?>>
Sephir aveva ridacchiato, tossendo:
<<Un uomo di potere deve fare paura, e tu lo sai meglio di me. La tua leggenda nera ha superato di gran lunga la mia. Basta guardarti: sembri veramente un vampiro! A volte mi chiedo se questa non sia una vittoria postuma di Fenrik di Gothian. Assomigli più a lui che a me, e ti consumi d'amore per sua figlia, pur consolandoti tra le braccia di Ellis>>
Velenoso fino all'ultimo, ma Marvin non era stato da meno:
<<Osi giudicarmi, tu che ti sei consolato tra le braccia di Marigold di Gothian?>>
Sephir aveva fatto appello alle sue ultime energie:
<<E tu cos'hai provato quando la strangolavi? O quando hai ucciso tuo fratello fracassandogli il petto con un calcio? O quando hai piantato una spada d'argento nel cuore del Conte Fenrik, dopo che lui aveva ucciso tuo padre? Hai assistito come autore o testimone a tutte le morti violente  eccellenti degli ultimi dieci anni. Oh, ma certo... era "per la salvezza dell'umanità", non è vero? Una bella scusa, non c'è dubbio. E' per questo che ti sei preso pure le mie memorie? No, non dirmelo, non m'interessa. Ma non illuderti di aver rubato la mia anima! Mentre la tua è perduta, a me si stanno aprendo le porte del Paradiso: la mia adorata Wensy ha interceduto per me, ed ora io e lei ci ritroveremo nei cieli e staremo insieme per sempre>>
Marvin non volle replicare alle accuse di suo nonno.
Lui ha ucciso centinaia di uomini per il potere. Io sono stato costretto a uccidere tre malvagi per legittima difesa. Ma non è certo a lui che devo rendere conto.
Almeno l'ultimo pensiero di Sephir era stato mitigato dall'amore per moglie morta da tanto tempo.
Ah, nonna Wensy, non ti ho mai conosciuta, ma ora ti vedo nelle memorie di Sephir, e sono fiero di essere tuo nipote.
Sephir era morto poco dopo, con un pensiero d'amore, ma si ingannava riguardo al Paradiso.
Ciò che aveva visto era il quadro che era stato posto davanti a lui, quello dell'amatissima moglie, morta tanto tempo prima, la Principessa della Corona, Wensy Fuscivarian Eclionner.



Ha creduto che lei gli spalancasse le porte del Paradiso. In ultimo, anche gli uomini più terribili hanno bisogno di illudersi.
Gli aveva chiuso gli occhi, senza provare alcun dolore nei confronti di quell'uomo così duro e scostante.
In quel momento era entrata la sorella minore di Wensy, lady Susan Fuscivarian Eclionner, prozia di Marvin.



<<Immaginavo che saresti venuto, Marvin.  Non tanto per la buon'anima di tuo nonno, e nemmeno per i suoi ricordi. In fondo sei sempre stato un sentimentale, specie quando si trattava di affari di famiglia. Verrai anche quando sarà il mio turno? Non credo che dovrai aspettare molto. Sono malata, nipote mio, anche se ancora nulla trapela dal mio aspetto>>
Marvin lo sapeva. La profezia era ancora forte all'epoca.
<<Condividi le tue memorie con me, prima che la malattia te ne privi>>
Susan stava perdendo la memoria a causa di una forma di demenza senile.
Appoggiò la sua fronte a quella del nipote e di nuovo vi fu "quel lampo che candisce alberi e muri... marmo manna e distruzione"...
<<Abbi cura di Irulan, quando io non ci sarò più. Ora è lei la matriarca della Dinastia>>
Marvin annuì:
<<La sosterrò sempre, anche quando lei non vorrà. Ma un giorno i figli di Sephir e Marigold vorranno la loro parte di potere, ed io non gliela potrò negare. Irulan dovrà farsene una ragione>>




La Principessa Reggente aveva udito quella conversazione ed era entrata a sua volta:
<<Sono cresciuta come Altezza Imperiale fin dalla nascita, a differenza tua, Marvin. Ho appreso il Gioco del Trono col latte materno e ho saputo pazientare per molto tempo, prima di ottenere la Reggenza. Dovrai riflettere molto bene, in futuro, prima di decidere di rimpiazzarmi con i bastardi di tuo nonno e della strega di Gothian!>>
Marvin aveva sospirato:
<<Non hai bisogno di ricordarmi i motivi per cui ti ho concesso la Reggenza, cugina. Non ho nessuna intenzione di rimpiazzarti, né ora né mai, ma prima o poi dovrò consentire ai figli di Sephir di raggiungere Lathena. E la mia profezia non va oltre... >>
Irulan aveva sorriso e si era segnata la fronte col segno del sol levante:
<<Sia fatta la volontà di Eclion>>
Marvin aveva scosso la testa, ma aveva preferito tacere.
Come posso convincere gli altri Eclionner  che il nostro comune antenato non è il Sol Levante, ma il Signore delle Tenebre?
Con quell'orribile pensiero nel cuore, se n'era andato com'era arrivato, altrettanto furtivamente.
Da quel giorno non aveva più messo piede a Lathena.
Molto diversa era stata la fine di Lady Ariellyn Vorkidian, contessa di Keltar-Senia, la nonna materna di Marvin.



Per rispetto a lei e per un atavico senso di pudore, l'Imperatore-Profeta non aveva voluto accostarle la fronte per accoglierne le memorie.
Lei aveva apprezzato questo estremo gesto di delicatezza.
<<I bei ricordi li ho condivisi con te fin da quando eri bambino. Il resto è meglio dimenticarlo, poicé era solo paura e solitudine>>
Marvin vedeva preoccupazione negli occhi di sua nonna:
<<Ti spaventa ciò che sono diventato?>>
Ariellyn aveva scosso la testa:
<<No, non è lo spavento che mi turba, né la prossimità della morte. Ciò che mi tormenta più di questo letto è il prezzo che hai dovuto pagare per la salvezza del genere umano. Ho fatto tutto il possibile per proteggerti da questo destino, ma ho fallito>>
In fondo Ariellyn aveva creduto fino all'ultimo che era l'uomo ad essere artefice del proprio destino e non viceversa.
Ah, che illusione, il libero arbitrio. Noi siamo solo il prodotto di circostanze che in ultima istanza non dipendevano da noi. Che poi sia il caso o il destino a decidere, questo nemmeno un Profeta può saperlo.
Marvin tendeva a credere che il destino avesse scelto lui per una missione sacra e nel contempo terribile, e che la forza necessaria per portarla a termine gli fosse derivata principalmente dalla sua famiglia, e da lady Ariellyn in particolare.
<<Non hai fallito, al contrario: tutto il bene che mi hai doto è ciò che mi ha salva dalle forze degli inferi. Nel momento della metamorfosi, esse non hanno prevalso, perché la parte migliore di me, quella che è cresciuta con te, si è rivelata la più forte>>
Quello che le aveva taciuto, però, era che gran parte di quel bene se ne stava per andare con lei, come una farfalla che lascia la sua vuota crisalide.
Nel momento in cui lei era morta, Marvin si era sentito solo.
Sapeva fin troppo bene che nessun'altra persona l'avrebbe amato tanto quanto lei.



Cast

Tywin Lannister - Sephir Eclionner

Elizabeth von Wittelsbach - Wensy Fuscivarian Eclionner

Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - Susan Fuscivarian Eclionner

Virginia Madsen (Irulan Corrino Atreides) - Irulan Eclionner

Erszebet Bathory - lady Ariellyn Vorkidian