lunedì 15 aprile 2013

Albero genealogico degli Asburgo d'Austria


Massimiliano II, imperatore del Sacro Romano Impero, ereditò i possedimenti austriarci del padre Ferdinando I, e cioè, oltre alla corona imperiale, anche l'arciducato d'Austria, di Carinzia e di Carniola (l'attuale Slovenia), oltre alle corone di Boemia (attuale Repubblica Ceca) e di Ungheria (all'epoca il regno comprendeva anche la Slovacchia, la Croazia, la Slavonia e la Galizia).


Asburgo d'Austria imperatori del Sacro Romano Impero [modifica]


Carlo VI aveva una sola figlia, Maria Teresa d'Austria, che sposò Francesco di Lorena, granduca di Toscana.
Dopo una guerra di successione al trono imperiale, che vide contrapposta la casa dei Wittelsbach, nella figura di Carlo VII, a quella degli Asburgo-Lorena, alla fine si stabilì che Francesco di Lorena sarebbe divenuto imperatore con nome di Francesco I e che Maria Teresa d'Asburgo avrebbe avuto il titolo di imperatrice consorte, oltre che di arciduchessa d'Austria e regina di Boemia e di Ungheria. Alla morte di Francesco, Maria Teresa assunse la reggenza imperiale in nome del primogenito Giuseppe II.
Maria Teresa d'Asburgo-Lorena ebbe 16 figli, ognuno dei quali ottenne titoli e riconoscimenti, anche se molti morirono in giovane età.

NomeNascitaMorteNote
Maria Elisabetta17371740Erede presunta di Maria Teresa tra il 1737 ed il 1740, morì di vaiolo all'età di tre anni.
Maria Anna17381789Erede presunta di Maria Teresa tra il 1740 ed il 1741, divenne badessa a Praga poiché da ragazza le sue condizioni di salute non consentivano di prospettare un matrimonio. Tuttavia finché la madre fu viva visse sempre a corte.
Maria Carolina17401741Morta nella prima infanzia.
Giuseppe II17411790Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1765; arciduca d'Austriare d'Ungheria e re di Boemia dal 1780; sposò l'Infanta Maria Isabella di Borbone-Parma (1741-1763), da cui ebbe Maria Teresa ( 1762 1770) e Maria Cristina, morta durante il parto che uccise anche la madre: poi si unì in matrimonio con la principessa Maria Giuseppa di Baviera (1739-1767). Amò molto la prima moglie, detestò la seconda, sposata solo per l'insistenza della madre imperatrice. Da Giuseppina non ebbe discendenza.
Maria Cristina17421798Sposò il principe Alberto di Sassonia, duca di Teschen (1738-1822), ma non ebbe discendenza.
Maria Elisabetta17431808Sfigurata dal vaiolo, non si sposò mai: divenne badessa ad Innsbruck ma visse sempre a corte accanto alla madre.
Carlo Giuseppe17451761Morendo adolescente di vaiolo, si dice che abbia amaramente detto che la sua scomparsa risolveva molti problemi alla dinastia: infatti, intelligente e ambizioso com'era, non si sarebbe rassegnato alla parte di figlio cadetto.
Maria Amalia17461804Sposò Ferdinando di Borbone, duca di Parma (1751-1802); ebbero sette figli.
Leopoldo II17471792Granduca di Toscana dal 1765 col nome di Pietro Leopoldo, abdicò nel 1790 per diventare imperatore del Sacro Romano Imperoarciduca d'Austriare d'Ungheria e re di Boemia dal1790; sposò l'Infanta Maria Luisa di Spagna (1745-1792); ebbero sedici figli, dei quali il primo fu il futuro imperatore Francesco I d'Austria (era stato Francesco II del Sacro Romano Impero, abolito da Napoleone nel 1806).
Maria Carolina17481748Morta alla nascita.
Maria Giovanna17501762Morì di vaiolo.
Maria Giuseppina17511767Morì di vaiolo.
Maria Carolina17521814Regina di Napoli e di Sicilia (1752-1814), sposò il re Ferdinando IV di Napoli e Sicilia (1751-1825); ebbero diciotto figli. Maria Carolina fu scelta dalla madre poiché le sorelle che avrebbero dovuto sposare Ferdinando (Maria Giuseppina e Maria Giovanna) erano morte di vaiolo.
Ferdinando17541806Duca di Brisgovia dal 1803; sposò Maria Beatrice Ricciarda d'Esteduchessa di Massa e principessa di Carrara, signora di Lunigiana (Austria-Este); ebbero dieci figli.
Maria Antonia17551793Regina di Francia e di Navarra con il nome di Maria Antonietta, sposò Luigi XVI di Francia, dal quale ebbe quattro figli. Morì sulla ghigliottina durante la Rivoluzione francese.
Massimiliano Francesco17561801Arcivescovo-elettore di Colonia dal 1784; destinato ad una carriera militare, dovette rinunciare a causa di una caduta da un cavallo che gli procurò delle lesioni permanenti ad una gamba, decise quindi di dedicare il resto della sua vita a Dio.

 

A Giuseppe II succedette il fratello Leopoldo II, che a sua volta lasciò il trono al figlio Francesco II.

Quando però Napoleone dichiarò estinto il Sacro Romano Impero Germanico, Francesco II divenne il primo Imperatore d'Austria.

File:CoA Maximilian I of Habsburg.svg

File:FranciscusII.png

File:Ludwig Streitenfeld 001.jpg

Il 6 gennaio 1788 Francesco sposò a Vienna la principessa Elisabetta Guglielmina di Württemberg (1767  1790)[2], figlia del duca Federico II Eugenio di Württemberg e della consorte principessaFederica Dorotea di Brandeburgo-Schwedt, dalla quale ebbe una sola figlia, Ludovica Elisabetta (1790-1791), che morì ad un anno.
Rimasto vedovo, sposò quindi in seconde nozze la cugina prima, principessa Maria Teresa Carolina di Borbone-Napoli, (1772 – 1807), figlia di Ferdinando I, re delle Due Sicilie e della sua consorte l'Arciduchessa Maria Carolina d’Austria (1752-1814).
Dal secondo matrimonio nacquero:

Francesco II e la sua famiglia.
Il 6 gennaio del 1808 Francesco sposò la cugina di primo grado Maria Ludovica Beatrice d'Asburgo-Este (1787-1816), figlia dello zio paterno Ferdinando d'Asburgo-Lorena e di Maria Beatrice d'Este.
Morta la ventottenne Maria Ludovica, l'Imperatore sposò Carolina Augusta di Baviera, figlia del re Massimiliano I di Baviera.

Dopo il regno di Ferdinando I, il giovane nipote Francesco Giuseppe divenne imperatore nel 1848 e regnò fino al 1916, per 58 anni.
Francesco Giuseppe sposò Elisabetta di Baviera, meglio nota come l'imperatrice Sissi.


Grazie anche alla mediazione dell'imperatrice, nel 1866 l'imperatore Francesco Giuseppe riconobbe l'autonomia del regno di Ungheria, di cui fu proclamato sovrano assieme alla moglie. L'Impero Austro-Ungarico assunse una organizzazione federale.

File:Austria-hungary.png

Morto suicida l'arciduca Rodolfo, unico figlio maschio di Francesco Giuseppe ed Elisabetta di Baviera, l'erede al trono divenne il figlio del fratello dell'imperatore, Francesco Ferdinando, a sua volta ucciso a Sarajevo nel 1914. L'erede divenne allora Carlo d'Asburgo, pronipote di Francesco Giuseppe e suo successore, che regnò tra il 1916 e il 1918, quando l'impero asburgico si disgregò.


L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 20. Marvin e Daenerys




Non si vedevano da molto tempo.
Marvin aveva giurato a se stesso che non l'avrebbe mai più ricevuta nei suoi appartamenti, ma ciò che era accaduto il giorno prima aveva cambiato le carte in tavola.
Quello che Daenerys ha detto ieri ad Alice dimostra che mi conosce molto meglio di quanto io sospettassi. Vuole dimostrare al mondo che il suo rifiuto nei miei confronti era più che giustificato. Ma c'è qualcosa di più...
Daenerys si era presentata in perfetto orario, elegantemente vestita. In particolare la lunga gonna bianca e plissettata risultava attraente agli occhi di Marvin.
<<La tua eleganza, oggi, rende tutto più difficile>> erano state le prime parole che l'Imperatore-Profeta aveva rivolto alla Divoratrice di Cuori.
<<Hoc erat in votis>> aveva risposto lei, sorridendo al pensiero della battuta con cui il giorno prima Alice aveva liquidato le citazioni in lingua latheari antica.
<<Conoscevi Orazio di persona?>>
La battuta di Marvin era stata messa in conto, ma aveva perso tutta la freschezza della novità-
<<Adesso ti metti anche a rubare le battute agli altri?>>
L'Imperatore-Profeta aveva accennato a un sorriso e le aveva indicato un triclinio in stile neoclassico, dove potersi accomodare senza tensioni.
<<Se ti dico che un po' mi sei mancato, sei disposto a crederci, Marvin?>>
Lui inarcò le sopracciglia:
<<Faccio molta fatica...>>
Lei tornò seria:
<<Tu sei fatto così, o tutto o niente...>>
Marvin contemplava i capelli color platino di colei che gli aveva donato l'immoralità.
<<Solo con le persone che amo>>
Era vero. Con tutti gli altri riusciva ad essere equilibrato a tal punto da sembrare indifferente nei loro confronti.
Offro amicizia, ma non costringo nessuno ad essermi amico. All'indifferenza rispondo con l'indifferenza. Ma se qualcuno mi chiede aiuto o consiglio, io glieli darò, poiché questo rientra nei doveri della mia carica.



Daenerys lo guardò con curiosità:
<<Dunque non mi ami più?>>
Marvin la fissò severamente:
<<Non giocare con i miei sentimenti>>
Lei stava per replicare, ma poi si interruppe, come se sapesse che le schermaglie sarebbero potute durare all'infinito senza portare da nessuna parte.
<<E va bene, Marvin. Sarò sincera. In questi anni di solitudine mi sono sforzata di capirti, ma non ci sono riuscita. Non comprendo il tuo governo, il tuo Impero, la tua Profezia... niente. Più cose conosco di questo nuovo mondo da te plasmato, più mi rendo conto di non sapere cosa sta succedendo>>
Marvin continuò a fissarla:
<<Non è forse questa la via della saggezza?>>
Gli occhi di Daenerys si accesero di pagliuzze viola, a testimonianza della sua rabbia.
<<Devi smetterla anche tu di giocare con la mia vita!>>
Marvin sospirò:
<<Chiunque altro ti avrebbe già condannata. La tua vita è al sicuro. Non altrettanto si può dire della mia>>
Non intendeva rivelare a nessuno la sua ultima visione, che gli mostrava uno scenario di sopravvivenza.
Ma ogni mio sguardo sul futuro non ne può cogliere l'intero. Io vedo il mondo che verrà come un prigioniero che cerca di vedere il paesaggio dalle finestre della sua cella.
Il sogno del prigioniero: ecco la metafora della sua profezia.

Albe e notti qui variano per pochi segni.

Il zigzag degli storni sui battifredi
nei giorni di battaglia, mie sole ali,
un filo d'aria polare,
l'occhio del capoguardia dello spioncino,
crac di noci schiacciate, un oleoso
sfrigolio dalle cave, girarrosti
veri o supposti - ma la paglia é oro,
la lanterna vinosa é focolare
se dormendo mi credo ai tuoi piedi.

La purga dura da sempre, senza un perché.
Dicono che chi abiura e sottoscrive
puo salvarsi da questo sterminio d'oche ;
che chi obiurga se stesso, ma tradisce
e vende carne d'altri, affera il mestolo
anzi che terminare nel patée
destinato agl'Iddii pestilenziali.

Tardo di mente, piagato
dal pungente giaciglio mi sono fuso
col volo della tarma che la mia suola
sfarina sull'impiantito,
coi kimoni cangianti delle luci
scironate all'aurora dai torrioni,
ho annusato nel vento il bruciaticcio
dei buccellati dai forni,
mi son guardato attorno, ho suscitato
iridi su orizzonti di ragnateli
e petali sui tralicci delle inferriate,
mi sono alzato, sono ricaduto
nel fondo dove il secolo e il minuto -

e i colpi si ripetono ed i passi,
e ancora ignoro se saro al festino
farcitore o farcito. L'attesa é lunga,
il mio sogno di te non e finito.


Nel momento in cui l'ultimo verso della poesia di Montale risuonò nella sua memoria, gli venne spontaneo guardare colei che aveva amato così tanto e ripetersi:
Il mio sogno di te non è finito.
Daenerys parve percepire la malinconia dei pensieri di Marvin:
<<Perché non sposi Alice? E' evidente che ti piace e lei, l'ho potuto constatare ieri, ricambia. Ho cercato inutilmente di farle capire i tuoi innumerevoli difetti>>



<<La mia Alice non ha in braccio un coniglio bianco, ma un gatto nero, che mi fissa in modo inquietante>>
Più che una battuta era una citazione da un trovatore del buon tempo antico, prima del Grande Cataclisma.
Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole.



Perché quegli sguardi assonnati m'interiscono?
Si alzò ed aprì la finestra.
Quel giorno c'era il sole persino a Gothian.
<<Guarda questa primavera, Daenerys! Quando mai c'è stato un aprile così sereno, a Gothian? Non ti rendi conto che il Sentiero Dorato è anche questo? Che comunque vadano a finire le cose, questi trent'anni di pace saranno comunque ricordati come La Pace di Marvin... e persino tu, un giorno, ripenserai ad oggi, e ti sembrerà di essere stata felice>>
Daenerys era meravigliata del fatto che quel sole non le facesse paura, come di solito accadeva.
<<Non sono felice, sono solo smarrita>>
Marvin annuì.
Anche io sono smarrito. Ma nessuno dovrà capirlo...

E io potrò per ciò che muta disperarmi
portare attorno il capo bruciante di dolore.
Ma l'opaca trafila delle cose
che là dietro indovino: la carrucola nel pozzo,
la spola della teleferica nei boschi,
i minimi atti, i poveri
strumenti umani avvinti alla catena
della necessità, la lenza
buttata a vuoto nei secoli,
le scarse vite, che all'occhio di chi torna
e trova che nulla nulla è veramente mutato
si ripetono identiche,
quelle agitate braccia che presto ricadranno,
quelle inutilmente fresche mani
che si tendono a me e il privilegio
del moto mi rinfacciano.
Dunque pietà per le turbate piante
evocate per poco nella spirale del vento
che presto da me arretreranno via via
salutando salutando.
Ed ecco già mutato il mio rumore
s'impunta un attimo e poi si sfrena
fuori da sonni enormi
e un altro paesaggio gira e passa
La poesia di Sereni esprimeva il pensiero che Marvin non voleva pronunciare.
<<Parlavamo di Alice...>>
Daenerys annuì:
<<Dovresti essere con lei, non con me. Dovresti condividere con lei i pensieri poetici che questa primavera improbabile ti sta ispirando>>
Lui le rivolse uno sguardo pieno di rimpianto:
<<Io e te siamo fuoco e ghiaccio. Siamo complementari. Ecco perché questa primavera è possibile>>

Lei aveva bisogno del fuoco, come suo padre aveva avuto bisogno di Marigold.
<<Fuoco e ghiaccio si annientano a vicenda. E' per questo che non ti ho voluto>>
Marvin sapeva che non era solo per quello, ma fu inondato dai ricordi:
<<Forse, ma per alcuni mesi, dopo che tu mi donasti la non-morte, siamo stati bene insieme>>



Era una constatazione.
Daenerys non la negò, ma le tolse lo splendore della certezza:
<<Mi pare di sì. Forse lo siamo stati...>>
In quel momento entrambi si stavano chiedendo perché avevano gettato via con tanta rapidità un legame che poteva diventare qualcosa di molto importante.
<<Il sogno che interrompi non ritorna uguale>> dichiarò Marvin.
Daenerys fu d'accordo, e deviò volutamente il discorso:
<<Parlavamo di Alice>>
<<Sì>>
<<Già...>>
Si stavano domandando se per caso fosse potuto nascere un sogno più bello, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di esprimere quel pensiero all'altro.
<<Alice è... non lo dico per offenderti, ma solo per farti capire... è giovane...>>
Daenerys non si offese:
<<E' la giovinezza della mente. Prima o poi tutti gli immortali ne sono attratti>>
Marvin improvvisamente si rese conto del pericolo connesso a quella specie di condanna.
<<Non mi comporterò certo come Zeus! Gli dei del mio pantheon non sono lascivi>>
Lei non ne era del tutto convinta:
<<Eclion e i suoi discendenti non sono mai stati stinchi di santo e Belenos era festeggiato con delle vere e proprie orge. Dicono che a Caemlyn siano tornati di moda i fuori di Beltane>>
Quella era una vecchia storia.
<<Io ho preso le distanze da tutto ciò. Non ci sono meschinità nella mia vita sentimentale e tanto meno in quella sessuale! E con Alice mi sto comportando in modo specchiato!>>
Daenerys gli disse allora ciò che voleva comunicargli fin dall'inizio:
<<Quella ragazza ti farà del male... è pericolosa... mandala via, finché sei in tempo!>>
Marvin le puntò un indice contro:
<<Tu sei molto più pericolosa. Sei la Divoratrice di Cuori!>>
Lei annuì:
<<E' vero, ma non delego ad altri le mie vendette. Chi crede che Alice sia un mio strumento si sbaglia. Un giorno forse ti punirò per avermi contrastata, ma per quel giorno ti voglio vivo e in salute. Dammi retta, Marvin, manda via Alice! Mandala via prima che sia troppo tardi!>>



Cast

Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian

Emilia Clarke - Daenerys di Gothian



































da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-27950>