mercoledì 24 settembre 2014

I Valar



Valar sono le cosiddette Potenze del Mondo[1] che vivono nel Reame Beato di Valinor [2] la più occidentale tra le terre di Arda, e possono essere equiparati agli "dei", ciascuno abbinato ad un diverso elemento. I Valar sono quegli Ainur (entità create dal pensiero di Eru Ilúvatar) che hanno deciso di proseguire la loro esistenza all'interno di , l'universo da loro stessi ideato col loro canto.

Elenco dei Valar

Fra tutti i Valar, nove sono considerati supremi in potere e in considerazione. Melkor viene però generalmente tolto dal novero, facendo sì che ne rimangano otto, gli Aratar, i Supremi di Arda, in ordine: Manwë e Varda, Ulmo, Yavanna e Aulë, Mandos, Nienna e Oromë. Questi sono considerati superiori rispetto a qualunque altro Valar, Maiar e a tutte le altre specie inviate da Ilúvatar in Eä.
  • Manwë detto Súlimo, Re dei Valar, Supremo Sovrano di Arda, Signore dell'Aria;
  • Ulmo, Re del Mare, Signore delle Acque;
  • Aulë detto Mahal ovvero il Fabbro, Signore della Terra;
  • Oromë detto Aldaron, il Grande Cavaliere, Signore delle Foreste;
  • Námo detto Mandos, il Giudice, Signore della Morte e del Destino; fratello maggiore di Lòrien, risiede nelle Aule di Mandos
  • Irmo detto LórienSignore del Desiderio; fratello minore di Námo (o Mandos), e insieme sono indicati come Fëanturi ("I Signori degli Spiriti"). Di solito viene chiamato Lórien, dal luogo dove dimora, ed i suoi giardini che in Lórien sono situati, sono i più belli di tutta Arda. È il Signore delle Visioni e dei Sogni e il suo nome significa "Desiderante" o "Signore del Desiderio".
  • Tulkas detto Astaldo, il Valoroso, il Campione di Valinor, Signore della Guerra
  • Melkor detto Morgoth, Oscuro Signore, Fiamma di Udun, Creatore del Male, Signore del Fuoco

Le Regine dei Valar (Valier)

  • Varda Elbereth Elentári, Signora delle Stelle; sposa di Manwe Sùlimo
  • Yavanna detta Kementári, Palúrien, Dispensatrice di Frutti, Regina della Terra; sposa di Aulë
  • NiennaSignora della Tristezza; è stato il suo pianto ad ispirare negli altri Dei misericordia verso i mortali
  • Estë la Guaritrice, Signora della Pace. Il suo nome significa riposo. Suo sposo è Irmo, e vive con lui nei giardini di Lórien in Valinor. Durante il giorno non cammina, ma riposa nell'isola del lago Lórellin. Dalle fontane di Irmo ed Estë chiunque abiti in Valinor può rinfrescarsi;
  • Vairë la Tessitrice, Signora della Storia; sposa di Mandos, tesse continuamente delle tele che raffigurano tutta la storia del mondo;
  • Vána la Sempregiovane, Signora della Primavera; sorella di Yavanna e sposa di Oromë. Al suo passaggio i fiori si aprono e gli uccelli cantano allegramente.
  • Nessa la Danzatrice, Signora della Femminilità; è nota per la sua velocità e la sua agilità, per la sua capacità di comunicare con i cervi che la seguono tra la natura e per il suo amore per la danza nelle terre sempreverdi di Valinor; sposa di Tulkas. È anche nota per la sua bellezza pura e per l'amore che suscita il suo sguardo.

Note

  1. ^ Tolkien, Silmarillion., p.17
  2. ^ Tolkien, op. cit., p.38

Artemisia di Caria, la vera storia della regina che comandò la flotta di Persia


Artemisia I di Caria (in greco antico Aρτεμισία, traslitterato in ArtemisìaAlicarnasso, fine VI secolo a.C. – V secolo a.C.) fu regina di Alicarnasso, in Asia minore, e dei territori annessi di CooNisiro e Calinda.
È ricordata soprattutto per la sua partecipazione alle battaglie di Capo Artemisio e di Salamina (480 a.C.) come alleata dell'Impero achemenide contro la coalizione greca, nel corso dellaseconda guerra persiana

Artemisia, unica donna col grado di comandante nella flotta di Serse, era alla guida di cinque triremi, che avevano un'ottima reputazione fra tutte le navi del Re dei Re, seconda solo a quella delle navi di Sidone.

Biografia

Origini e famiglia

Artemisia, il cui nome deriva dalla dea della caccia Artemide, nacque da Ligdami I (in greco antico Λύγδαμις, traslitterato in Lygramis), il satrapo di Alicarnasso,[1][2] e da una donnacretese, della quale non si conoscono i dati anagrafici.[3]
Alla morte del marito, il cui nome è pure ignoto, Artemisia salì al trono come tutrice del figlio Pisindeli (in greco antico Πισίνδηλις, traslitterato in Pisìndelis), a causa della sua minore età.[4] Il suo regno, che dipendeva formalmente dall'impero achemenide, si estendeva per la regione della Caria, nell'odierna Turchia, e comprendeva la capitale Alicarnasso, la città alleata di Calinda e le isole di Coo e di Nisiro.

Regina di Caria


Schizzo di una trireme, il tipo di nave utilizzato da Artemisia.
Da regina, Artemisia evidentemente preferiva la navigazione e la guerra alla vita di corte. Polieno riporta infatti che la regina era solita cambiare repentinamente le insegne e i colori della sua trireme, fingendosi una nave greca o persiana a seconda delle imbarcazioni incrociate quando navigava in acque internazionali, per ingannare così gli equipaggi delle altre navi ed allontanarsi indisturbata o attaccare di sorpresa a seconda delle circostanze.[5]
Secondo la testimonianza di Tessalo, figlio di Ippocrate, quando Serse chiese agli abitanti dell'isola di Coo di sottomettersi a lui, avendo ricevuto un netto rifiuto, inviò Artemisia a conquistare l'isola, a dimostrazione della fiducia che nutriva in lei.[6]
Polieno riporta che quando Artemisia volle conquistare la città di Eraclea al Latmo, fece nascondere i suoi soldati vicino alla città e si recò invece lei stessa in processione, con altre donne, eunuchi e musicisti, alla tomba della Madre degli dèi, che si trovava a sette stadi dalla città. Gli abitanti, incuriositi, seguirono il corteo per assistere al sacrificio lasciando sguarnite le mura difensive e consentendo così ai soldati di Artemisia di prendere facilmente la città.[7]

Battaglia di Capo Artemisio

Artemisia I
Dati militari
Paese servitoimpero achemenide
GradoRegina di Caria
GuerreSeconda guerra persiana
BattaglieBattaglia di Capo Artemisio
Battaglia di Salamina
Comandante diCinque triremi
Vedi Bibliografia
voci di militari presenti su Wikipedia
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Quando Serse I di Persia invase la Grecia nel 480 a.C., dando inizio alla seconda guerra persiana, Artemisia partecipò alla spedizione in quanto alleata e suddita del gran re. La regina partì al comando delle sue cinque triremi e si unì al resto dell'imponente flotta persiana, che contava oltre mille navi. Secondo Erodoto, Artemisia era l'unica comandante di sesso femminile di tutte le forze armate radunate da Serse[8] e le sue triremi avevano la miglior reputazione di tutta la flotta, seconda solo a quella delle navi provenienti da Sidone.[3]
Artemisia partecipò alla battaglia di Capo Artemisio contro la coalizione ellenica, guidata dall'ateniese Temistocle e dallo spartano Euribiade. Questa battaglia navale, che fu combattuta contemporaneamente alla battaglia delle Termopili nell'agosto del 480 a.C., si risolse senza né vinti né vincitori. Artemisia, secondo Erodoto, si distinse in essa in modo "non inferiore" agli altri comandanti persiani.[8]

Battaglia di Salamina

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Dopo la battaglia di Capo Artemisio, Mardonio, il comandante supremo delle forze armate persiane, convocò tutti i comandanti dell'esercito persiano per chiedere loro consiglio, su mandato di Serse, se attaccare via mare o via terra. Tutti i generali, secondo il racconto di Erodoto, consigliarono di procedere con un'altra battaglia navale, con la sola eccezione di Artemisia, che invece suggeriva uno scontro campale fra i rispettivi eserciti.[8]
Artemisia sosteneva infatti che, mentre la superiorità dell'esercito di Serse era schiacciante,[9] sul mare erano i Greci a dimostrarsi superiori. Inoltre, secondo la regina, Serse avrebbe fatto meglio a risparmiare le sue navi, tenendole vicino a riva o al limite muovendosi verso il Peloponneso.[10] Un'eventuale sconfitta navale, secondo Artemisia, avrebbe seriamente compromesso i rifornimenti e il morale delle truppe. Inoltre, in caso di scontro in mare, il re non avrebbe probabilmente potuto contare sulle navi alleate che provenivano dall'Egitto, dalla Panfilia, da Cipro e dalla Cilicia, che la regina riteneva non completamente affidabili per una battaglia navale.[11]
Secondo il racconto di Erodoto, Serse tenne in grande considerazione il discorso di Artemisia, che stimava molto, ma preferì dar retta al resto dei comandanti, che spingevano invece per la battaglia navale, convinto che questa volta i suoi avrebbero avuto la meglio, sapendo che il re in persona avrebbe assistito alla battaglia da un trono situato sul Monte Egaleo.[12] La flotta persiana mosse quindi verso l'isola di Salamina, dove la flotta greca, guidata ancora daTemistocle e da Euribiade, la stava aspettando al varco (settembre 480 a.C.).
Nonostante l'inferiorità numerica, la flotta greca ebbe la meglio su quella persiana, grazie alla strategia vincente dei suoi comandanti. Quando ormai la sorte della flotta persiana era segnata, Polieno racconta che Artemisia, vistasi ormai perduta, mise in atto il suo stratagemma che aveva già usato in altre occasioni, per salvare la sua vita e la sua nave ammiraglia. Ordinò quindi ai marinai di sostituire prontamente le insegne della nave, che riportavano i colori e i simboli della flotta persiana, con altri contrassegni, preventivamente preparati allo scopo, che riportavano invece i colori e i simboli della flotta greca.[13] In questo modo, le navi greche che si erano avvicinate alla sua ammiraglia, la scambiarono per una trireme loro alleata, evitando quindi di attaccarla. Per perfezionare l'inganno, Artemisia ordinò al suo equipaggio di attaccare la nave che si trovava a lei vicina, ovvero la trireme comandata dal re di Calinda, Damasitimo (in greco antico Δαμασίθυμος, traslitterato in Damasithymos), suo suddito e alleato.

La battaglia di Salamina di Wilhelm von Kaulbach, 1868.
La nave di Damasitimo, colta di sorpresa, fu rapidamente affondata e il re di Calinda trovò la morte in mare, ucciso dalla sua stessa comandante. Secondo il racconto di Erodoto, Artemisia aveva probabilmente un conto in sospeso con Damasitimo, tanto che lo storico di Alicarnasso insinua che l'affondamento della nave alleata potesse essere in realtà una manovra del tutto intenzionale da parte della regina, che avrebbe così colto un'occasione d'oro per eliminare lo scomodo subalterno.[14] In ogni caso, nessuno della nave affondata da Artemisia sopravvisse per poterla poi accusare formalmente.[14]
Aminia, il trierarca ateniese che Artemisia aveva di fronte nel momento dell'affondamento della nave di Damasitimo, ingannato dallo stratagemma della regina si allontanò dirigendosi verso un altro settore dello scontro navale.[14][2] Erodoto sottolinea che Aminia sicuramente non aveva riconosciuto la nave della regina, in quanto gli Ateniesi avevano promesso una ricchissima ricompensa di diecimila dracme a chi avesse ucciso Artemisia, dato che reputavano del tutto intollerabile che una donna muovesse guerra contro Atene.[14]
Secondo lo storico di Alicarnasso, Serse, osservando dal suo trono in terraferma la manovra di Artemisia e la contemporanea e completa disfatta della sua flotta, esclamò: "I miei uomini sono diventati donne e le mie donne sono diventate uomini".
Plutarco testimonia che Artemisia, ritirandosi dal teatro dello scontro navale, riconobbe in mare il cadavere di Ariamene (in greco antico Ἀριαμένης, traslitterato in Ariaménes), il fratello di Serse caduto in battaglia. Ne recuperò quindi il corpo e lo riportò al re per gli onori funebri.[15]

Dopo la battaglia di Salamina

Secondo la testimonianza di Erodoto, Serse, dopo la sconfitta di Salamina, chiese consiglio ad Artemisia su come continuare la guerra, ovvero se guidare l'esercito personalmente contro i Greci oppure ritirarsi in Persia e lasciare il comando a Mardonio. Artemisia suggerì al Re dei Re quest'ultima ipotesi: secondo la regina di Caria, infatti, se Mardonio avesse vinto la guerra, il merito sarebbe andato a Serse, mentre se avesse perso, il Re dei Re sarebbe stato al sicuro a casa e la colpa della sconfitta sarebbe caduta sul generale.[16] Serse seguì il consiglio di Artemisia e tornò in Persia,[17] lasciando il comando a Mardonio che sarebbe stato definitivamente sconfitto a Platea dalla coalizione greca guidata da Pausania. Il re dei re ricompensò Artemisia con una armatura greca per il coraggio dimostrato[2] e la inviò ad Efeso a prendersi cura dei suoi figli illegittimi.[17]
Le fonti antiche non registrano altre notizie su Artemisia, se non una leggenda tarda, riportata da Fozio, secondo la quale si sarebbe gettata in mare dalla rocca di Leucade per essere stata respinta da un uomo chiamato Dardano.[18]
Le succedette sul trono di Caria il figlio Pisindeli, a sua volta padre di Ligdami II, il re che era al potere quando Erodoto, che era originario di Alicarnasso, lasciò la città per recarsi a Samo.

Nella cultura di massa

Artemisia I di Caria è interpretata dall'attrice di Guernsey Anne Wakefield nel film L'eroe di Sparta (The 300 Spartans) del 1962 e dall'attrice francese Eva Green nel film 300 - L'alba di un impero del 2014.

Note

  1. ^ Pausania, Periegesi della Grecia, 3, 11.
  2. ^ a b c Polieno, Stratagemmi, 8, 53, 2.
  3. ^ a b Erodoto, Storie, 7, 99.
  4. ^ SudaErodoto.
  5. ^ Polieno, Stratagemmi, 8, 53, 3.
  6. ^ Müller, op. cit., pag. 460.
  7. ^ Polieno, Stratagemmi, 8, 53, 4.
  8. ^ a b c Erodoto, Storie, 8, 68.
  9. ^ Erodoto, Storie, 8, 68(a).
  10. ^ Erodoto, Storie, 8, 68(b).
  11. ^ Erodoto, Storie, 8, 68(c).
  12. ^ Erodoto, Storie, 8, 69.
  13. ^ Polieno, Stratagemmi, 8, 53, 1.
  14. ^ a b c d Erodoto, Storie, 8, 87.
  15. ^ Plutarco, Vita di Temistocle, 14.
  16. ^ Erodoto, Storie, 8, 102.
  17. ^ a b Erodoto, Storie, 8, 103.
  18. ^ Fozio, Biblioteca, Codice 190.

Bibliografia

Fonti primarie
Fonti secondarie

Gothian. Capitolo 67. Marigold e gli spettri del passato



Le parole a lei indirizzate, nel testamento di Wechtigar Eclionner, le erano rimaste scolpite nella mente.
Ogni singola sillaba era come una puntura di spillo nelle tempie.
"Il tuo corpo e la tua anima incontreranno lo stesso destino di ogni altro corpo e di ogni altra anima."
Se c'era una cosa che Marigold di Gothian, Imperatrice consorte e Reggente dei Lathear, non tollerava che fosse messa in dubbio era la propria immortalità ed eterna giovinezza.
E poi quel motto in lingua latheari antica, che le era stato sbattuto in faccia:
Navigare necesse est, vivere non. Navigare è indispensabile, vivere no.
Era una constatazione o una minaccia? La provocazione che seguiva era comunque intollerabile.
"Tu non sei vissuta realmente, sei soltanto sopravvissuta. Ma cos'è mai la sopravvivenza, se non è giustificata da un nobile scopo?"
Marigold digrignò i denti per la frustrazione.
Eri tu, Arexatan, il mio nobile scopo! E invece te ne sei andato un'altra volta. 
Voleva trovare un senso alle scelte di suo marito, ma si accorgeva di dissentire da lui.
Ma c'era qualcosa di peggio, nella provocazione di Wechtigar il Pio.
"Cosa accadrebbe se incominciassi ad annoiarti, a non sentire più la musica della vita?"
Prima di leggere quel maledetto papiro, non si era mai posta il problema. Il suo era stato un lungo sonno, seguito da diciotto anni molto intensi. Ma le cose stavano cambiando.
La fusione della personalità di Arexatan con quella di Elner potrebbe aver creato un ibrido del tutto diverso dall'uomo che ho amato. Se fosse così, sarei di nuovo sola e circondata da nemici.
Era plausibile.
Maledisse gli Eclionner dal primo all'ultimo.
La domanda più ovvia e martellante era quella finale.
"Con chi ti allei?"
Era quello il punto chiave. Come poteva, la figlia di un demone, mettersi contro i demoni stessi? Gothar padre di Fenrik ed Eclion padre di Arexatan.
Eppure era stato il padre di Marigold, il divino Atar, Signore del Fuoco, a mandarla ad Al-Dhanab.
Mandami un segno, padre... per un'ultima volta, aiutami!
Il suo era un appello disperato, non si aspettava risposte, e invece una risposta arrivò e si materializzò in un fantasma.
Anch'esso era coperto da un mantello dorato, ma questa volta non era l'ammiraglio Travemund.
<<Chi sei? Come hai fatto ad arrivare fin qui?>>
Lo spettro si tolse il mantello e svelò la sua identità.
Marigold non poteva crederci: era il Priore Izumur Mollànder, che lei stessa aveva ucciso, dandogli fuoco.
<<Felice notte, venerabile Marigold! Come vedi ho mantenuto la promessa: sono un revenant>>



Inutilmente l'imperatrice gli si scaglio contro. Tutti i suoi colpi andarono a vuoto, attraversando l'ombra.
<<Le arti della tua necromanzia non possono nulla contro di me!>>
Mollander ridacchiò:
<<Può darsi, ma può anche darsi che io sia più vivo e potente che mai. Forse avresti fatto bene a seguire il mio consiglio e a studiarti il Necronomicon come si deve!>>



Marigold dovette ammettere a se stessa di aver sottovalutato i poteri di negromante del vecchio Priore.
<<Cosa vuoi da me? Sei qui per vendicarti?>>
Il fantasma di Mollander scrollò le spalle:
<<Solo i deboli sentono il bisogno di vendicarsi. I forti perdonano, e i felici dimenticano. Sai come si dice: chi prepara una vendetta deve scavare due fosse, una per il nemico, e una per se stesso. Se fai della vendetta il senso della tua vita, una volta che l'hai portata a termine, la tua vita non ha più alcun senso>>
Quelle parole erano tremendamente vere, ma la Dama Gialla non voleva dare allo spettro la soddisfazione di farsi impressionare:
<<Risparmiati le tue prediche da vecchio stregone e rispondi alla mia domanda!>>
Il volto di Mollander divenne improvvisamente serio e terribile:
<<Voglio degli impegni precisi da parte tua! Credi forse che il papiro di Wechtigar il Pio sia finito per caso nelle mani di Travemund? Tu non hai idea di quanti alleati io disponga, dentro e fuori Lathena!>>

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I canonici di Mollander erano dappertutto.
Li ho sottovalutati. Questa città nasconde più orrori delle segrete di Gothian!
Si sforzò di fissarlo senza paura:
<<Vuoi che io segua i consigli di Wechitgar il Pio, il parricida che a voi canonici piaceva tanto?>>
Mollander stava diventando un gigante su di lei, la sua ombra si espandeva. Non c'era più tempo per le schermarglie.
<<Esattamente! E' nel tuo stesso interesse fare chiarezza su questi punti, prima che il mondo sprofondi in una guerra totale dalle conseguenze ancora più tragiche dello stesso Grande Cataclisma del 2033!>>
Marigold era esasperata;
<<E va bene! Vuoi sapere con chi mi alleo?>>
Il Priore annuì:
<<Questo è il punto fondamentale>>
L'imperatrice non aveva la minima idea di come rispondere. Si era arrovellata per giorni su quel punto e qualunque alleanza avesse scelto, le avrebbe procurato nemici terribili.
<<Tu vorresti che trattassi una tregua con Marvin Vorkidian, perché temi che dalla mia unione con Elner Eclionner possa nascere una stirpe di demoni>>
Mollander le puntò un indice contro:
<<Non è solo questo! Tu sei un'iniziata agli Arcani Supremi, e sai qual è il Principio Generale su cui si regge l'intero universo!>>
Marigold allora capì, e le risposte cominciarono a divenirle più chiare:
<<L'equilibrio tra la Luce e le Tenebre. Se uno dei due principi prevalesse sull'altro, l'universo avrebbe fine>>



Mollander annuì:
<<La posta in gioco è la sopravvivenza stessa del nostro mondo. Nessuno squilibrio può essere sostenibile. Lo stesso signore Atar, tuo padre, ne è consapevole, tanto che ha cambiato più volte le sue alleanze!>>
Marigold sapeva che era vero.
<<Mi chiedi di tradire Elner? Di tradire l'uomo che amo?>>
Il Priore la fissò severamente:
<<Te lo chiedono gli dei! O vuoi forse che si arrivi veramente a una Conflagrazione Universale?>>
La Dama Gialla non si lasciò impressionare:
<<Quali dei? Dimmi, vecchio! Tu, di quale dio o di quale demone sei al servizio?>>
Mollander tornò a sorridere:
<<Io non servo nessuno. I canonici sono votati a mantenere l'equilibrio tra i Signori dell'Universo. Io sono solo un intermediario tra Eclion e Belenos. Tra il Sole Nero e il Sole Dorato, che si contendono da sempre il dominio su queste terre. Il mio Clero fu artefice dell'Antico Patto! Ora io ti propongo il Nuovo Patto, in cui tuo padre, il signore Atar, potrà fungere da arbitro>>
A Marigold sembrava di essere piombata in un incubo senza fine:
<<Vuoi farmi dormire altri mille anni?>>
Il vecchio la fulminò con un'occhiata gelida:
<<Sarebbe un atto di compassione nei tuoi confronti. So che sei delusa e infelice. Ma non p troppo tardi nemmeno per te. Però devi affrettarti, perché se ti rifiuterai di appoggiare Marvin, lui riceverà altre offerte di da altre persone che conosci molto bene>>
L'Imperatrice capì:
<<Fenrik di Gothian e Alienor di Alfarian.  Maledizione a loro! Una sola cosa però non mi è chiara: perché Belenos cerca il mio appoggio e la mediazione di Atar? Perché preferisce me all'angelica principessa degli Alfar?>>
La risposta era già stata detta, ma il Priore preferì ripeterla:
<<Belenos vuole un compromesso! In nome dell'Equlibrio universale tra Luce e Tenebra. Siamo ancora in tempo per fermare la conflagrazione. Ti lascio un giorno di tempo per riflettere. Quando tornerò, mi dovrai dare una risposta definitiva!>>
Prima che lo spettro sparisse, Marigold fece in tempo a porgli un'ultima domanda:
<<Nel caso accettassi, chi informerebbe Marvin Vorkidian? Molti Ahura sostengono che lui debba sposare Alienor!>>
Con un sorriso diabolico, Mollander, che già trascolorava, rispose:
<<Abbiamo un potente alleato, Cernunnos, il Signore delle Foreste. Marvin lo incontrerà a Broceliande tra due giorni. Sarà lì che il Signore Cervo gli comunicherà ciò che tu avrai deciso>>

Geopolitica. I gruppi jihadisti islamici e i fronti di combattimento: mappe


La mappa qui sopra va aggiornata considerando che nel 2014 vi è stato un nuovo intervento su Gaza ed è in corso in questo momento un intervento militare guidato dagli Stati Uniti contro l'Isis, l'autoproclamato califfato islamico che controlla parte della Siria e dell'Iraq. Ma il Medio Oriente non è l'unico fronte di combattimento dei terroristi islamici che combattono il jihad, la guerra santa contro i non-islamici. Gli altri fronti caldi sono quelli al confine tra Libia, Algeria, Niger e Mali, così come quello interno alla Nigeria, tra il nord mussulmano e il sud cristiano. A questi fronti caldi si aggiungono quelli in cui i fondamentalisti islamici combattono da trent'anni e continuano a tenere in scacco gli stati sovrani e le coalizioni internazionali: il confine tra Afghanistan e Pakistan, quello tra Yemen, Arabia Saudita e Oman, quello tra Somalia, Etiopia e Kenya, quello tra il Sudan e gli stati circostanti e infine quello interno all'Indonesia e alle Filippine. Le reti delle organizzazioni terroristiche del jihad islamico hanno tentacoli ovunque: nel Caucaso, nei Balcani e nella stessa UE.





Ambiguo è il ruolo della Turchia, che pare favorire l'Isis in funzione anti-curda e anti-siriana.



In Siria il presidente Assad controlla solo una parte del territorio statale, sconvolto da anni di guerra civile.



Hannah Murray style










Hannah Murray (Bristol1º luglio 1989) è un'attrice britannica, meglio conosciuta per aver interpretato il ruolo di Cassie Ainsworth nella serie TV Skins dal 2007 al 2008 ed il ruolo di Gilly nella serie televisiva Il Trono di Spade.

Carriera

Ha debuttato nella serie televisiva Skins, interpretando il ruolo di Cassie Ainsworth, un'adolescente con disturbi alimentari. A circa 17 anni, venne a conoscenza che le audizioni per la serie si svolgevano in un teatro locale per giovani e decise di parteciparvi per fare un po' di esperienza. Lei e April Pearson furono le prime due ad entrare nel cast dello show. La Murray apparve nelle prime due serie di Skins, andate in onda in Gran Bretagna dal 2007 al 2008 su E4. L'attrice, così come tutti gli altri membri del cast (tranne Kaya Scodelario che interpreta Effy Stonem), sarà presente solo nella prima e nella seconda stagione dello show. Alla decisione di cambiare il cast, la Murray disse "sarebbe davvero stupido essere in una fiction di adolescenti se non sei più un adolescente".[1]
Dopo Skins, nel maggio del 2008 Hannah Murray debuttò in teatro interpretando Mia in That Face, una commedia di Polly Stenham in due atti, molto apprezzata dalla critica e in scena al Duke of York's Theatre di Londra.[2] Lo stesso anno ebbe un ruolo minore nella commedia nera In Bruges - La coscienza dell'assassino, ma la scena che girò fu tagliata dalla versione finale del film.
Nel 2009 la Murray apparve nell'adattamento televisivo (andato in onda su ITV) del romanzo di Agatha Christie Why Didn't They Ask Evans? (Perché non l'hanno chiesto a Evans?)[3][4] e in Womb, presentato nel 2010.
Nel 2010 apparve nel film I segreti della mente (Chatroom), basato sul lavoro di Enda Walsh e diretto da Hideo Nakata.[5] Nel gennaio dello stesso anno, apparve nella serie Above Suspicion[6], un adattamento del romanzo di Linda La Plante.
La Murray è apparsa nella seconda stagione de Il Trono di Spade, interpretando il ruolo di Gilly. La sua presenza nella terza stagione della serie è stata riconfermata. Ha inoltre interpretato il ruolo di una ragazza hippie nel film di Tim Burton Dark Shadows.

Istruzione e vita personale

La Murray sta attualmente studiando Inglese al Queens' College dell'Università di Cambridge.[7] Frequentò il North Bristol Post 16 Centre e fu membro del Bristol Old Vic Young Company. I suoi genitori sono entrambi professori universitari.
Hannah Murray ha avuto inoltre una relazione con il collega Mike Bailey, conosciuto sul set di Skins, nel 2006.

Filmografia

Cinema

Televisione

Premi e candidature

  • 2008 - Monte-Carlo TV Festival
    • Nomination Miglior Attrice (Skins)[8]
  • 2008 - NXG Awards
    • Nomination Miglior Attrice (Skins)[9]
  • 2009 - BAFTA Award
  • 2013 - Screen Actors Guild Awards

Doppiatrici italiane

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Hannah Murray è stata doppiata da:

Note

  1. ^ "it would be really silly to be in a teenage drama if you're no longer a teenager" - "A Perfect Problem Child", Metro Life (metro.co.uk), Interiew by Zena Alkayat (22 April 2008)
  2. ^ Hannah Murray from TV's Skins, joins the cast of That Face by Polly Stenham, which is at the Duke of York's Theatre from 1 May 2008, Londontheatre.co.uk. URL consultato il 12 marzo 2009.
  3. ^ Hannah Murray, Fox8.foxtel.com.au. URL consultato il 12 marzo 2009.
  4. ^ Skins: The Old And New Cast | Gallery Specials, Now Magazine. URL consultato il 12 marzo 2009.
  5. ^ Baz Bamigboye, Hannah tangles with the sinister side of the web, Dailymail.co.uk, 30 aprile 2009. URL consultato l'8 agosto 2011.
  6. ^ Hannah Murray - Actors - represented by Michael Duff - Troika, Troikatalent.com. URL consultato l'8 agosto 2011.
  7. ^ Hannah Murray | Independent on Sunday, The | Find Articles at BNET, Findarticles.com, 10 febbraio 2008. URL consultato il 12 marzo 2009. [collegamento interrotto]
  8. ^ (ENMonte-Carlo TV Festival 2008 in IMDb.
  9. ^ NXG Awards [Best Actress] - Scarlet Johnson, Lauren Socha, Hannah Murray, Rian Steele - YouTube
  10. ^ BAFTA Awards (2009)
  11. ^ (ENIMDbhttp://www.imdb.com/event/ev0000598/2013 .