giovedì 30 ottobre 2014

Halloween mood. Immagini, atmosfere e chiarimenti sulla festività del 31 ottobre.























1)Non è una festa americana ma celtica (europea dunque)

2)Halloween è semplicemente la forma contratta della frase: “All allows’eve” ovvero, “vigilia di Ogni Santi”

3)Il vero nome della festa è Samahin.

Cosa ha di speciale questa festa?
È semplicemente il giorno più potente (a livello energetico) dell’anno..
in questo giorno,terza e quarta dimensione,si fondono..
ovvero il mondo fisico e quello astrale o degli spiriti,interagiscono..
Come molte feste celtiche, veniva celebrata a più livelli:
dal punto di vista materiale era il tempo della raccolta e dell’immagazzinamento del cibo per i lunghi mesi invernali..
Essere soli in questa occasione significava esporre sé stessi ed il proprio spirito ai pericoli dei rigori invernali.. Naturalmente,
questo aspetto della festa ha perso in epoca moderna gran parte del suo significato, visto che oggi le carestie fortunatamente non costituiscono più un problema come presso le antiche società rurali..
Spiritualmente parlando,
la festa era un momento di contemplazione..
Per i Celti morire con onore, vivere nella memoria della tribù ed essere ricordati nella grande festa che si sarebbe svolta la vigilia di Samhain era una cosa molto importante (in Irlanda questa sarebbe stata Fleadh nan Mairbh, “Festa dei Morti”).
Questo era il periodo più magico dell’anno: il giorno che non esisteva..
Durante la notte il grande scudo di Skathach veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi:
I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore.
Da questo punto di vista le tribù erano un tutt’uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l’avvento del Cristianesimo.



Lo storico Nicholas Rogers, ricercando le origini di Halloween, nota che mentre alcuni studiosi hanno rintracciato le sue origini nella festa romana dedicata a Pomona - dea dei frutti e dei semi - o nella festa dei morti chiamataParentalia, Halloween viene più tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain (pronunciato [ˈsɑːwɪn] o [ˈsaʊɪn] in inglese), originariamente scritto Samuin (pronunciato [ˈsaṽɨnʲ] in gaelico)".[2] Il nome della festività, mantenuto storicamente dai Gaeli e dai Celti nell'arcipelago britannico, deriva dall'antico irlandese e significa approssimativamente "fine dell'estate".[2][3][4]
La tesi della derivazione di Halloween da Samhain fu sostenuta da due celebri studiosi di fine Ottocento, Rhŷs e Frazer[5]: secondo il calendario celtico in uso 2000 anni fa tra i popoli dell’Inghilterra, dell’Irlanda e della Franciasettentrionale, l’anno nuovo iniziava il 1º novembre.
Nell’840, la festa di Ognissanti fu ufficialmente istituita il 1º novembre mentre era papa Gregorio IV: probabilmente questa scelta era intesa a creare una continuità col passato, sovrapponendo la nuova festività cristiana a quella più antica; a conferma di ciò, Frazer osservava che, in precedenza, Ognissanti veniva già festeggiato in Inghilterra, il 1º novembre. Questa tesi ha avuto amplissima diffusione (per esempio è data per certa dall'Encyclopaedia Britannica).
Tuttavia lo storico Hutton l'ha messa in discussione, osservando come Ognissanti venisse celebrato da vari secoli (prima di essere festa di precetto), in date discordanti nei vari paesi: la più diffusa era il 13 maggio, in Irlanda (paese di cultura celtica) era il 20 aprile, mentre il 1º novembre era una data diffusa in Inghilterra e Germania (paesi di cultura germanica)[5].
Secondo l'Oxford Dictionary of English folklore: "Certamente Samhain era un tempo per raduni festivi e nei testi medievali irlandesi e quelli più tardi del folclore irlandese, gallese e scozzese gli incontri soprannaturali avvengono in questo giorno, anche se non c'è evidenza che fosse connesso con la morte in epoca precristiana, o che si tenessero cerimonie religiose pagane."[5] L'associazione centrale col tema della morte sembra affermarsi in un periodo successivo, e appare evidente nella più recente evoluzione anglosassone della festa con le sue maschere macabre.

Halloween in Irlanda in un quadro di Daniel Maclise (1832): Snap-Apple Night (pesca della mela e giochidivinatori presso Blarney).
Dopo che il protestantesimo ebbe interrotto la tradizione di Ognissanti, in ambito anglosassone si continuò a celebrare Halloween come festa laica; in particolare negli USA, a partire dalla metà dell'Ottocento, tale festa si diffuse (specialmente a causa dell'immigrazione irlandese) fino a diventare, nel secolo scorso, una delle principali festività statunitensi[6].
Negli ultimi anni la festività di Halloween assunto carattere consumistico, con un oscuramento progressivo dei significati originari. Festeggiamenti che durano interi weekend sono ormai tipici in tutti gli stati di influenza anglofona. Così quindi in Stati Uniti, Irlanda, Australia e Regno Unito, Halloween viene festeggiato come una "festa del costume", dove party in maschera e festeggiamenti tematici
superano il tipico valore tradizionale del "dolcetto o scherzetto", per dar vita ad una nuova tradizione di divertimento, tipica di una gioventù cresciuta.

Origine del nome

La parola Halloween rappresenta una variante scozzese del nome completo All-Hallows-Eve, cioè la notte prima di Ognissanti (in inglese arcaico All Hallows Day, moderno All Saints).[7]Sebbene il sintagma All Hallows si ritrovi in inglese antico (ealra hālgena mæssedæg, giorno di messa di tutti i santi), All-Hallows-Eve non è attestato fino al 1556.[7]

Simboli


La sera del 31 ottobre nella vecchia Inghilterra.

Il presidente Kennedy ad Halloween nel 1963.
Lo sviluppo di oggetti e simboli associati ad Halloween si è andato formando col passare del tempo. Ad esempio l'uso di intagliare zucche con espressioni spaventose o grottesche risale alla tradizione di intagliare rape per farne lanterne con cui ricordare le anime bloccate nel Purgatorio.[8] La rapa è stata usata tradizionalmente ad Halloween in Irlanda e Scozia,[9] ma gli immigrati in Nord America usavano la zucca originaria del posto, che era disponibile in quantità molto elevate ed era molto più grande – facilitando il lavoro di intaglio.[9] La tradizione americana di intagliare zucche risale al 1837[10] ed era originariamente associata con il tempo del raccolto in generale, venendo associata specificamente ad Halloween verso la seconda metà del Novecento.[11]
Il simbolismo di Halloween deriva da varie fonti, inclusi costumi nazionali, opere letterarie gotiche e horror (come i romanzi FrankensteinDracula e Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde) efilm classici dell'orrore (come Frankenstein e La mummia).[12] Tra le primissime opere su Halloween si ritrovano quelle del poeta scozzese John Mayne che nel 1780 annotò sia gli scherzi di Halloween in "What fearfu' pranks ensue!", sia quanto di soprannaturale era associato con quella notte in "Bogies" (fantasmi), influenzando la poesia Halloween dello scrittore Robert Burns.[13]Prevalgono anche elementi della stagione autunnale, come le zucche, le bucce del grano e gli spaventapasseri. Le case spesso sono decorate con questi simboli nel periodo di Halloween.
Il simbolismo di Halloween include anche temi come la morte, il male, l'occulto o i mostri mitologici.[14] Nero, viola e arancione sono i colori tradizionali di questa festa.

Simbolismo del "dolcetto o scherzetto?"


Dolcetto o scherzetto inSvezia.
Fare dolcetto o scherzetto è un'usanza di Halloween. I bambini vanno travestiti di casa in casa chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo con la domanda "Dolcetto o scherzetto?". La parola "scherzetto" è la traduzione dall'inglese "trick", una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà se non viene dato alcun dolcetto ("treat"). "Trick or treat" (dolcetto o scherzetto) in realtà significa anche "sacrificio o maledizione". Esiste una filastrocca inglese insegnata ai bambini delle elementari su questa usanza.[15]
La pratica del travestirsi risale al Medioevo e si rifà alla pratica tardomedievale dell'elemosina, quando la gente povera andava porta a porta a Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione dei defunti (il 2 novembre). Questa usanza nacque in Irlanda e Gran Bretagna,[16] sebbene pratiche simili per le anime dei morti sono state ritrovate anche in Sud Italia.[17] Shakespeare menziona la pratica nella sua commedia I due gentiluomini di Verona (1593), quando Speed accusa il suo maestro di "lagnarsi come un mendicante a Hallowmas [Halloween]."[18]

Prospettive religiose 

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi OgnissantiCommemorazione dei defunti e Samhain.

Halloween e la cristianità[modifica | modifica wikitesto]

Gli atteggiamenti cristiani verso Halloween sono diversi. Nella Chiesa Anglicana alcune diocesi hanno scelto di enfatizzare le tradizioni cristiane del giorno di Ognissanti,[19][20] mentre alcuni altri protestanti celebrano la festività come Giorno della Riforma, un giorno per ricordare la Riforma Protestante.[21][22] Padre Gabriele Amorth, un esorcista nominato a Roma dal Vaticano, ha affermato che "festeggiare la festa di Halloween è rendere un osanna al diavolo. Il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona."[23]. L'Arcidiocesi di Boston ha organizzato una "Festa Santa" in questo giorno cercando di portare la festa alle sue radici cristiane. Molti artisti, organizzatori e partecipanti hanno detto che Saint Fest è una celebrazione della notte prima di Ognissanti o "All Hallows Eve".[24] La chiesa protestante è contraria ad Halloween, e la considera una festa di carattere neopagano, la cui origine risale ai popoli celtici. Gli evangelici dicono "in questo giorno si spera che il misterioso, diabolico e occulto conviva con gli umani. Al giorno d’oggi, nel mondo intero, Halloween è la festa più importante dell’anno per i seguaci di Satana. In più il 31 ottobre è l’inizio del nuovo anno secondo il calendario delle streghe." Il World Book Enciclopedia afferma che essa rappresenta l’inizio di tutto ciò che è "cold, dark and dead": freddo, nero e morto.[25] Alcuni cristiani, in modo particolare dei popoli celti, da cui ha origine la leggenda di Halloween, non ascrivono a esso un significato negativo, vedendolo come una festa puramente secolare dedicata al celebrare "fantasmi immaginari" e a ricevere dolci. Per questi cristiani, Halloween non costituisce una minaccia per la vita spirituale dei bambini: gli insegnamenti sulla morte e la mortalità e le credenze degli antenati celti possono essere una lezione di vita valida e una parte dell'eredità dei loro parroci. Nella Chiesa Cattolica degli Stati Uniti c'è chi ritiene che Halloween abbia delle connessioni col Cristianesimo[26]e le celebrazioni di Halloween sono frequenti nelle scuole parrocchiali cattoliche nel Nord America e in Irlanda, ma una sempre maggiore parte della Chiesa Cattolica non approva la festa e sconsiglia di parteciparvi, in quanto avvicina al mondo dell'occulto e al satanismo e distoglie l'attenzione, sminuendola, dalla Festa di tutti i Santi che si celebra il giorno successivo.
Per molte chiese cristiane le origini di Halloween sono strettamente connesse alla magia, alla stregoneria e al satanismo, per cui esso porta all'influsso dell'occulto nella vita delle persone. L'enfasi di Halloween è sulla paura, sulla morte, sugli spiriti, la stregoneria, la violenza, i demoni e il male. I bambini ne sono negativarmente influenzati.[27] Una risposta da parte di alcuni fondamentalisti e chiese evangeliche conservatrici è stato l'uso di opuscoli, o brevi fumetti per usare la popolarità di Halloween come un'opportunità per evangelizzare.[24] In generale tuttavia il cristianesimo non approva che si festeggi Halloween, in quanto ritiene che il paganesimo, l'occulto, e le altre pratiche e fenomeni culturali connessi siano incompatibili con la fede cristiana.[28]

Paganesimo

Il neopaganesimo celtico considera questo periodo come un tempo sacro.[29]
È comunque da precisare che Halloween si configura in maniera diversa dall'originale festività pagana celtica di Samhain, che i neopagani continuano a celebrare nella sua forma originaria.

Tradizioni similari in Italia

Nel celebrare la commemorazione dei defunti, una tradizione vuole che i primi Cristiani, vagabondassero per i villaggi chiedendo un dolce chiamato “pane d’anima”, più dolci ricevevano e maggiori erano le preghiere rivolte ai defunti del donatore.[30]
Massafra in provincia di Taranto gli anziani raccontano che il 31 ottobre i morti di notte escono dal cimitero in processione e percorrono le vie del paese vecchio con il dito acceso a mo' di candela. Se incontrano un passante che va al mattino presto a lavorare lo uccidono e lo portavano con sé. Queste anime del purgatorio entrano nelle chiese per celebrare messa. Una volta un vivo entrò in chiesa e quando il prete si girò per la benedizione verso la navata, il vivo si accorse che non aveva il naso e solo allora fu sopraffatto dagli altri morti. Le anime del purgatorio erano molto rispettate nelle case dei nonni. Oltre ad un'apposita preghiera pronunciata ogni giorno durante il rosario, veniva loro riservavato tutto l'anno un coperto vuoto a tavola, con tanto di sedia, forchetta o cucchiaio e tovagliolo. Le anime del purgatorio ritornano nel cimitero la notte dell'Epifania.
Serra San Bruno, in Calabria, è ancora viva la secolare tradizione del "Coccalu di muortu". I ragazzini, dopo aver intagliato e modellato la zucca riuscendo a riprodurre un vero e proprio teschio (in dialetto serrese, appunto, "Coccalu di muortu"), gironzolano per le vie del paese tenendo in mano questa loro tetra creazione e, o bussando agli usci delle case oppure rivolgendosi direttamente alle persone che si incontrano per strada, esordiscono con la frase: "Mi lu pagati lu coccalu?" (tradotto letteralmente "Me lo pagate il teschio?"). Se volessimo dare un senso più logico e sequenzialmente più corretto, l'antica frase potrebbe essere intesa come "Guardi che opera d'arte che ho creato! Le piace? Mi piacerebbe che lei mi gratificasse ancor di più facendomi un'offerta in denaro!".
In Friuli era allo stesso modo diffusa la tradizione di intagliare zucche con fattezze di teschio, e la credenza che nella notte dei morti questi potessero uscire dalle tombe, muoversi in processione, irretire i bambini, ed infine che gli animali nelle stalle potessero parlare. Sempre in Friuli era diffusa una tradizione pressoché identica a quella del "dolcetto o scherzetto", anche se applicata nelle festività natalizie o carnevalesche, feste che tuttavia hanno pure origine come riti di passaggio d'anno, similmente ad halloween. In queste occasioni infatti i bambini, eventualmente travestiti da figure spaventose e mostruose, potevano bussare di porta in porta recitando filastrocche il cui significato era quello di chiedere dolci, noci o piccoli regali, in cambio di un augurio rivolto all'interlocutore di accedere al paradiso.
In Sardegna è conosciuta come Is Animeddas, Su Candeleri, Su mortu mortu, Sas Animas, Su Peti Cocone, Su Prugadoriu o Is Panixeddas a seconda delle zone ed è una tradizione antichissima e prevede anch'essa di andare per le case a chiedere di fare del bene per le anime dei morti, i bambini che bussano alle porte si presentano come "sos chi toccana" ("quelli che bussano" in lingua logudorese).[31]. In Sicilia, nella notte tra l'1 e il 2 novembre, i cari defunti fanno visita ai parenti ancora in vita, portando doni ai bambini.
In Puglia, in specifico a Orsara di Puglia, un piccolo paese montano della provincia di Foggia, la notte tra l'1 e il 2 di novembre si celebra l'antichissima notte del "fucacost" (fuoco fianco a fianco): davanti a ogni casa vengono accesi dei falò (in origine di rami secchi di ginestra) che dovrebbero servire a illuminare la strada di casa ai nostri cari defunti (in genere alle anime del purgatorio) che in quella notte tornano a trovarci. Sulla brace di questi falò, poi, viene cucinata della carne che tutti insieme si mangia in strada e si offre ai passanti. Nella giornata dell'1, nella piazza principale, si svolge, inoltre, la tradizionale gara delle zucche decorate (definite le "cocce priatorje" - le teste del purgatorio, nel senso delle anime del purgatorio).
Caratteristiche molto simili ad Halloween si riscontrano nell'antica festa di Sant'Andrea celebrata a Martis e in altri comuni dell'Anglona e del Goceano, in Sardegna: la notte del 30 novembre gli adulti vanno per le vie del paese percuotendo fra loro graticole, coltelli e scuri allo scopo di intimorire i ragazzi e i bambini che nel frattempo vagano per le strade con delle zucche vuote intagliate a forma di teschio e illuminate all'interno da una candela. I giovani, quando vanno a bussare nelle case, annunciano la loro presenza battendo coperchi e mestoli e recitando una enigmatica e minacciosa filastrocca in lingua sarda Sant'Andria muzza li mani!!... (Sant'Andrea mozza le mani) ricevendo in cambio, per questa loro esibizione, dolci, mandarini, fichi secchi, bibite e denaro.[32][33][34]

Curiosità

  • Il gruppo power metal Helloween, formatosi ad Amburgo, trae il proprio nome proprio dalla festa di Halloween. Secondo l'ex chitarrista Kai Hansen, il nome fu proposto dal bassista Markus Grosskopf la sera di Halloween del 1984, creando un gioco di parole con la "Hellish Music" che i giovani si proponevano di fare. In seguito il gruppo sfruttò molto la somiglianza tra il proprio nome e quello della festa celtica: lo stesso Hansen, in seguito, scrisse una suite di oltre 13 minuti intitolata Halloween, contenuta nel loro secondo album in studio, Keeper of the Seven Keys Part I, mentre il loro EP di debutto (Helloween) era introdotto da una breve successione di melodie registrate da una radio, tra cui vi era "Happy Happy Halloween", sull'aria di "London bridge is falling down". Jack'o'lantern è poi una figura ricorrente in tutte le loro copertine (la stessa "O" di Halloween è rappresentata come una zucca maligna).

Note

  1. ^ http://digilander.libero.it/viaconforti/hallo/origini.htmorigini di Halloween
  2. ^ a b Rogers, Nicholas (2002). "Samhain and the Celtic Origins of Halloween". Halloween: From Pagan Ritual to Party Night, pp. 11–21. New York: Oxford Univ. PressISBN 0-19-516896-8.
  3. ^ Salomonsen, Jone (2002). Enchanted Feminism: Ritual, Gender and Divinity Among the Reclaiming Witches of San Francisco, p.190. New York: RoutledgeISBN 0-415-22392-X.
  4. ^ Ellwood, Robert S; McGraw, Barabara A. (1999). Many Peoples, Many Faiths: Women and Men in The World Religions, p. 31. Prentice HallISBN 0-13-010735-2
  5. ^ a b c HUTTON, RONALD, The Stations of the Sun: A History of the Ritual Year in Britain (Oxford: Oxford University Press, 1996)
  6. ^ Halloween in Encyclopaedia BritannicaURL consultato il 31 dicembre 2012.
  7. ^ a b The Oxford English Dictionary, 2nd, Oxford, Oxford Univ. Press, 1989, ISBN 0-19-861186-2.
  8. ^ Rogers, Nicholas (2002). Halloween: From Pagan Ritual to Party Night, pp. 29, 57. New York: Oxford University Press. ISBN 0-19-516896-8.
  9. ^ a b The Oxford companion to American food and drink p.269. Oxford University Press, 2007. Retrieved February 17, 2011
  10. ^ Nathaniel Hawthorne, "The Great Carbuncle," in "Twice-Told Tales", 1837: Hide it [the great carbuncle] under thy cloak, say'st thou? Why, it will gleam through the holes, and make thee look like a jack-o'-lantern!
  11. ^ A inizio Novecento, articoli sulla Festa del Ringraziamento suggerivano la jack-o'-lantern come addobbo per questa festività. "The Day We Celebrate: Thanksgiving Treated Gastronomically and Socially," The New York Times, November 24, 1895, p. 27. "Odd Ornaments for Table," The New York Times, October 21, 1900, p. 12.
  12. ^ Rogers, Nicholas (2002). "Halloween Goes to Hollywood". Halloween: From Pagan Ritual to Party Night, pp. 103–124. New York: Oxford University Press. ISBN 0-19-516896-8.
  13. ^ Thomas Crawford Burns: a study of the poems and songs Stanford University Press, 1960
  14. ^ Simpson, Jacqueline All Saints' Day in Encyclopedia of Death and Dying, Howarth, G and Leeman, O (2001) London Routledge ISBN 0-415-18825-3, p.14 Halloween is closely associated in folklore with death and the supernatural.
  15. ^ Buonaiuto, Aldo (2011). "La trappola delle sette". pp. 89. editore: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII - Editore Sempre. ISBN 978-88-89807-23-1.
  16. ^ Nicholas Rogers, Halloween: From Pagan Ritual to Party Nightkl, Oxford University Press, 2001, pp. 28–30, ISBN 0-19-514691-3.
  17. ^ "Ask Anne", Washington Post, Nov. 21, 1948, p. S11.
  18. ^ Atto 2, Scena 1.
  19. ^ Bishop Challenges Supermarkets to Lighten up Halloween, The Church of England. URL consultato il 28 ottobre 2009.
  20. ^ Halloween and All Saints Day, newadvent.org, n.d.. URL consultato il 22 ottobre 2006.
  21. ^ Reformation DayURL consultato il 22 ottobre 2009.
  22. ^ Reformation Day: What, Why, and Resources for Worship, The General Board of Discipleship of The United Methodist Church, 21 ottobre 2005. URL consultato il 22 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2007).
  23. ^ [1] editriceshalom.it.
  24. ^ a b Salem 'Saint Fest' restores Christian message to Halloween, www.rcab.org, n.d.. URL consultato il 22 ottobre 2006(archiviato dall'url originale il 29 settembre 2006).
  25. ^ [2] Tuttoevangelo.com.
  26. ^ Halloween’s Christian Roots AmericanCatholic.org. Retrieved on October 24, 2007.
  27. ^ Halloween by Sandro Ribi.
  28. ^ "Trick?" or "Treat?"—Unmasking Halloween, The Restored Church of God, n.d.. URL consultato il 21 settembre 2007.
  29. ^ A to Z of Halloween, The Limerick Leader, 29 ottobre 2009. URL consultato il 29 ottobre 2009.
  30. ^ http://digilander.libero.it/acqua67/halloween.htmtradizione di Halloween
  31. ^ Su Mortu Mortu, contsu.it
  32. ^ Sito istituzionale del Comune di Martis Comune di Martis - Cultura e turismo
  33. ^ La Nuova Sardegna, 3 dicembre 2011 http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2011/12/03/news/nulvi-la-festa-di-sant-andria-1.3604731
  34. ^ Sito ufficiale della Provincia di Sassari Provincia di Sassari

Bibliografia

  • Jack Santino (ed.), Halloween and Other Festivals of Death and Life, University of Tennessee Press, 1994. ISBN 0-87049-813-4
  • Lesley Bannatyne, Halloween: An American Holiday, An American History, Facts on File (1990, Pelican Publishing Company, 1998. ISBN 1-56554-346-7
  • Diane C. Arkins, Halloween: Romantic Art and Customs of Yesteryear, Pelican Publishing Company, 2000. ISBN 1-56554-712-8
  • Phyllis Galembo, Dressed for Thrills: 100 Years of Halloween Costumes and Masquerade, Harry N. Abrams, Inc., 2002. ISBN 0-8109-3291-1
  • Nicholas Rogers, Halloween: From Pagan Ritual to Party Night, Oxford University Press, USA, 2002. ISBN 0-19-514691-3
  • Lisa Morton, The Halloween Encyclopedia, McFarland & Company, 2003. ISBN 0-7864-1524-X
  • Diane C. Arkins, Halloween Merrymaking: An Illustrated Celebration Of Fun, Food, And Frolics From Halloweens Past, Pelican Publishing Company, 2004. ISBN 1-58980-113-X
  • Lesley Bannatyne, A Halloween Reader. Stories, Poems and Plays from Halloweens Past, Pelican Publishing Company, 2004. ISBN 1-58980-176-8
  • Editha Hörandner (ed.), Halloween in der Steiermark und anderswoVolkskunde (Münster in Westfalen), LIT Verlag Münster, 2005. ISBN 3-8258-8889-4
  • Jean Markale, Halloween. Storia e tradizioni, Torino, L'Età dell'Acquario, 2005. ISBN 978-88-7136-219-9
  • Giuseppe BellosiEraldo BaldiniHalloween. Nei giorni che i morti ritornano, Torino, Einaudi, 2006. ISBN 88-06-18496-2

Voci correlate


Un Jack-o'-lantern è una zucca lavorata a mano, tradizionalmente adoperata nei paesi anglosassoni durante la ricorrenza di Halloween. Privata della polpa interna, la zucca assume la forma di un involucro vuoto che, cesellato opportunamente, vuole richiamare la sagoma di un volto. Una fonte di luce, usualmente una candela, viene inserita all'interno della zucca. In seguito la calotta superiore, prima recisa, viene impiegata a mo' di coperchio, in maniera che il chiarore dello stoppino rischiari la sagoma dall'interno, mettendo in luce i tratti della sagoma intagliata.
I Jack-o'-lantern venivano ricavati da grandi rape prima dell'introduzione della zucca dall'America.

Jack-o'-lantern

L'usanza di Halloween è legata alla famosa leggenda dell'irlandese Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, che un giorno al bar incontrò il diavolo. A causa del suo stato d'ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del diavolo, ma, astutamente, riuscì a far trasformare il diavolo in una moneta promettendogli la sua anima in cambio di un'ultima bevuta. Jack mise il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d'argento, cosicché egli non potesse ritrasformarsi. Allora il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò libero.[1] I successivi dieci anni dopo, il diavolo si presentò nuovamente e Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita commise tanti peccati che, quando morì, rifiutato dal paradiso e presentatosi all'Inferno, venne "cordialmente" scacciato dal demonio che gli ricordò il patto ed era ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata. All'osservazione che era freddo e buio, il demonio gli tirò un tizzone ardente (eterno in quanto proveniente dall'Inferno), che Jack posizionò all'interno di una rapa che aveva con sé.[1] Cominciò da quel momento a girare senza tregua alla ricerca di un luogo su cui riposarsi. Halloween sarebbe dunque il giorno nel quale Jack va a caccia di un rifugio. Gli abitanti di ogni paese sono tenuti ad appendere una lanterna fuori dalla porta per indicare all'infelice anima che la loro casa non è posto per lui ma non si dette tregua a cercare un posto di riposo eterno. (Dato che quando questa tradizione raggiunse l'America ci fu una carestia invece di usare la rapa usarono la zucca perché più presente e anch'essa legata all'aldilà)

Tradizioni simili in Italia

Caratteristiche molto simili ad Halloween si riscontrano nell'antica festa di Sant'Andrea celebrata a Martis e in altri comuni dell'Anglona e del Goceano, in Sardegna: la notte del 30 novembre gli adulti vanno per le vie del paese percuotendo fra loro graticole, coltelli e scuri allo scopo di intimorire i ragazzi e i bambini che nel frattempo vagano per le strade con delle sinistre zucche vuote intagliate a forma di teschio e illuminate all'interno da una candela. I giovani, quando vanno a bussare nelle case, annunciano la loro presenza battendo coperchi e mestoli e recitando una enigmatica e minacciosa filastrocca in lingua sarda Sant'Andria muzza li mani!!... (Sant'Andrea mozza le mani) ricevendo in cambio, per questa loro esibizione, dolci, mandarini, fichi secchi, bibite e soldi[2][3][4]
L'uso delle zucche era ben presente anche nella cultura contadina della Toscana fino a pochi decenni fa, nel cosiddetto gioco dello zozzo (in alcune parti noto come morte secca, nel Comune di San Casciano in Val di Pesa è conosciuto come "Poero Zozza"). Nel periodo compreso tra agosto e ottobre (più frequentemente d'estate) si svuotava una zucca, le si intagliavano delle aperture a forma di occhi, naso e bocca; all'interno della zucca si metteva poi una candela accesa. La zucca veniva poi posta fuori casa, nell'orto, in giardino ma più spesso su un muretto, dopo il tramonto e per simulare un vestito le si applicavano degli stracci o addirittura un abito vero e proprio. In questo modo avrebbe avuto le sembianze di un mostro provocando un gran spavento nella vittima dello scherzo, in genere uno dei bambini, mandato fuori casa con la scusa di andare a prendere qualcosa. Si è ipotizzato anche un parallelo tra lo zozzo e la rificolona[5].
Una pratica identica era presente nel Lazio del nord, in anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, e da far risalire, tramite testimonianze indirette, quantomeno alla seconda metà dell'Ottocento. La zucca intagliata ed illuminata veniva a volte chiamata La Morte.
L'uso di intagliare le zucche e illuminarle con una candela si ritrova anche in Lombardia e in Liguria, ad esempio nella cultura tradizionale di Riomaggiore nelle Cinque Terre, così come in Emilia ed in generale in tutta la pianura padana, dove fino alla fine degli anni '50 si svuotavano le zucche o si usavano normali lanterne ed illuminate da candele, venivano poste nei borghi più bui ed anche vicino ai cimiteri e alle chiese. A Parma tali luci prendono il nome di lümera.

Note

  1. ^ a b La leggenda
  2. ^ Sito istituzionale del Comune di Martis http://www.comune.martis.ss.it/cultura/cultura.asp?id=23&ln=IT
  3. ^ La Nuova Sardegna, 3 dicembre 2011 http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2011/12/03/news/nulvi-la-festa-di-sant-andria-1.3604731
  4. ^ Sito ufficiale della Provincia di Sassari http://www.provincia.sassari.it/it/contentview.wp?contentId=CNG2580
  5. ^ Alessandro Fornari, Le feste dell'anno, in Cultura contadina in Toscana, vol II. L'ambiente e la vita. Firenze, Bonechi, 1989. p. 281.

Voci correlate