venerdì 2 dicembre 2016

Il Regno dei Maccabei o Asmonei

Risultati immagini per maccabean kingdom


Maccabei (significato del nome: martellatori) (מכבים o מקביםMakabim (HE) ) furono una famiglia ebraica che guidò la ribellione contro il seleucide Antioco IV Epìfane (175 a.C.-164 a.C.), nel II secolo a.C. Diedero vita alla dinastia che in seguito regnò sulla Giudea con il nome di Asmonei (da Asmon, il nome di un antenato).
La dinastia degli Asmonei, in greco 'Ασσαμωναῖοι[1] (forse dall'ebraico ḥašmannīm[2], oppure dall'eponimo Asmon, il nome del bisnonno di Mattatia, padre dei Maccabei), fondata da Simone Maccabeo, segnò l'inizio del regno di Giudea, a partire dal 140 a.C., e mantenne il potere civile e religioso fino alla conquista romana, dopo la quale nel 37 a.C. fu posto a governo della regione Erode il Grande.

Poiché i re dovevano idealmente discendere dalla casa di David, i Maccabei, che erano una famiglia di sacerdoti, non avevano un effettivo diritto al potere regale. Il loro regno venne messo in pericolo dall'opposizione dei Farisei, e il Talmud li ricorda appena. La loro ascesa è descritta nei libri Primo e Secondo libro dei Maccabei della Bibbia. Sovrani del Regno di Giudea fino alla metà del I secolo a.C., restaurarono le istituzioni politiche e religiose dell'antico Israele.

Storia

Dopo essere stati sconfitti dai romani, i Seleucidi furono costretti al pagamento di un'esorbitante indennità di guerra e per rastrellare il denaro occorrente non esitarono a saccheggiare i templi. Antioco IV, in cambio di privilegi concessi all'élite ebraica ellenizzata, riuscì ad impadronirsi del tesoro del Tempio di Gerusalemme, che fece sconsacrare e adibire al culto pagano di Zeus Olimpo. Il sacerdote Mattatia uccise l'apostata ebreo preposto al nuovo culto e si rifugiò sui monti insieme ai suoi cinque figli e a numerosi seguaci, dando l'avvio alla rivolta.
Alla morte di Mattatia (166 a.C.), suo figlio Giuda guidò i ribelli alla vittoria contro l'esercito seleucide, occupò Gerusalemme e riconsacrò il Tempio al culto del Signore (164 a.C.); in memoria di questi eventi fu istituita la festa di Hanukkah. Le grandi capacità di condottiero implacabile contro i nemici valsero a Giuda il soprannome di Maccabeo (martello, martellatore) che poi passò all'intera famiglia. Giuda Maccabeo morì in battaglia nel 161 a.C. e gli succedette il fratello Gionata che, servendosi di alleanze con i nemici di Demetrio I, tenne a bada il monarca seleucide prima di essere assassinato. L'ultimo dei figli di Mattatia, Simone, sconfisse una spedizione di Antioco VII ma morì nei disordini successivi (135 a.C.).

In seguito alla vittoriosa ribellione contro il seleucide Antioco IV Epìfane, Simone Maccabeo ottenne il titolo ereditario che diede inizio alla dinastia.
Alla sua morte Giovanni Ircano, figlio di Simone, ampliò notevolmente il regno di Giudea portandolo alla sua massima potenza, fino a comprendere l'Idumea, i cui abitanti, gli Edomiti, furono obbligati a convertirsi, e divennero dunque ebrei.[3] Gli succedettero i figli: brevemente Aristobulo I, quindi Alessandro Ianneo, che parteggiò per i Sadducei nelle loro lotte contro i Farisei. Sotto il regno di Alessandro Ianneo, un edomita di nome Antipa fu nominato strategos dell'Idumea, mantenendo questo ruolo anche durante il regno di Salomé Alessandra (76–67 a.C.). Alessandra Salomè, che era stata moglie di entrambi, salì al trono nel 78 a.C. e favorì invece i Farisei.
Il figlio Giovanni Ircano II divenne re e sommo sacerdote, ma fu contrastato dal fratello Aristobulo II; ne scaturì una guerra civile che offrì a Roma il pretesto per intervenire. Gerusalemme fu conquistata quindi da Pompeo nel 63 a.C., dopo la quale si aprirono decenni di transizione violenta del potere alla dinastia erodiana, prima con Antipatro, figlio di Antipa, che divenne il principale consigliere e ministro di Giovanni Ircano II, stringendo forti legami con la Repubblica romana, poi con suo figlio ErodeGiulio Cesare nominò Antipatro, suo cliente, procuratore di Giudea nel 47 a.C. A sua volta Antipatro nominò i propri figli Fasaele ed Erode, avuti dalla moglie Cipro, governatori di Gerusalemme e Galilea.[4] Nel 43 a.C. Antipatro fu assassinato; i suoi due figli, rimasti in carica, furono elevati al rango di tetrarchi da Marco Antonio (41 a.C.).[5]

Culto

Il culto dei fratelli Maccabei è molto antico[1] e sono considerati santi dalla Chiesa cattolica e dalle chiese ortodosse che li ricordano il giorno 1º agosto (che cade il 14 agosto per coloro che seguono il calendario giuliano).
Dal Martirologio Romano: "Commemorazione della passione dei santi sette fratelli martiri, che ad Antiochia in Siria, sotto il regno di Antioco Epifane, per aver osservato con invitta fede la legge del Signore furono messi crudelmente a morte insieme alla loro madre, la quale patì per ognuno dei suoi figli, ma, come si racconta nel secondo Libro dei Maccabei, in tutti conseguì la vittoria della vita eterna. Insieme si celebra la memoria di sant'Eleázaro, uno degli scribi più stimati, uomo già di età avanzata, che nella stessa persecuzione si rifiutò di cibarsi, per sopravvivere, di carne proibita, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, e precedette per questo di buon grado gli altri al supplizio, lasciando un mirabile esempio di virtù".

Note

  1. ^ Luigi F. Pizzolato - Chiara Somenzi, I sette fratelli maccabei nella chiesa antica d'occidente, Milano 2005 (Studia patristica Mediolanensia, 25).

Note

  1. ^ Il nome è riferito da Giuseppe Flavio, di cui cfr. Antichità giudaiche, XII, 6, 1
  2. ^ Salmi, LXVIII, 32
  3. ^ Giuseppe FlavioAntichità giudaiche, XIV, 10
  4. ^ Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, XIV, 9, 2; Guerra giudaica, I, 10, 4.
  5. ^ Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, XIV, 13, 1; Guerra giudaica, I, 12, 5.

Nessun commento:

Posta un commento