mercoledì 24 febbraio 2016

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 36. Joelle e Jennifer in partenza







Preparare lo zaino per la spedizione sotterranea era stato, per Joelle Burke-Roche, una delle imprese più difficili della sua vita.
Non si trattava, infatti, soltanto di scegliere il necessario per arrivare al Varco di Estgoth, ma anche, e soprattutto, per ciò che sarebbe accaduto dopo che il Varco fosse stato oltrepassato

Jennifer osservava con l'aria compiaciuta di chi, essendo stato escluso da un'attività, se ne augura segretamente il fallimento.
<<Non ti basterebbe un camion per portare tutto ciò di cui avresti bisogno al di là del Varco, quando sarai a Gothian. E' il posto peggiore dove andare. Mi chiedo quale pazzia possa spingerti proprio là>>

Joelle, pur essendo sua gemella, era diversa: fisicamente appariva più tonica, più atletica, anche se non faceva niente di particolare per esserlo:
<<Curiosità verso "Il luogo che ci terrorizza tutte": così ha detto Margaret. Ma voi sapete davvero cosa c'è dall'altra parte?>>

<<Nessuna sacerdotessa è ritornata indietro per dirlo. Hanno tentato e hanno fallito. Hanno fallito e sono morte!>>

 <<Non è detto, Jennifer. Forse non sono morte. Io sono curiosa di vedere con i miei occhi...>>

<<Vedere cosa c'è a Gothian? Te lo dico io cosa c'è: dolore, orrore e disperazione>>

<<Questi sono luoghi comuni! Ma nello specifico, nel concreto...>>

Jennifer sospirò:
<<Molto freddo, molto buio, molti vampiri, molti zombie, molti mostri e molti altri incubi ad occhi aperti>>

<<Niente zanzare?>>

<<Le tue spiritosaggini, là, non ti serviranno>>

Joelle sollevò gli occhi al cielo:
<<Dimentichi che sono una sacerdotessa di Eclion e conosco tutti i volti del Male.
 E al mio fianco ci sarà Vlad, con la protezione di Gothar>>
Improvvisamente ripensò al Principe e a quella strana attrazione che provava nei suoi confronti.
Vlad è il giorno e la notte, l'inverno e l'estate, la guerra e la pace, la sazietà e la fame, e muta forma come il fuoco quando gli si getta un nuovo ramo resinoso, mescolandosi al suo profumo e predendone di volta in volta l'aroma.
Gli uomini ritengono giusta una cosa e ingiusta l'altra, ma per Vlad tutto è bello, tutto è giusto, tutto è buono.



<<Tu, Vlad e Gothar... proprio una bella squadra!>> ironizzo Jennifer

<<Almeno io ho il coraggio di prendere il toro per le corna! Non come voi altre che ve ne state qua in riva al fiume, ad aspettare che passi il cadavere del nemico. E nemmeno come Waldemar, che si fa chiamare Messaggero degli Dei, ma nei fatti è un loro servo>>

<<Lui serve Atar e Belenos allo stesso modo in cui tu servi Eclion e Gothar. Né più, né meno>>

<<Io ho preso le mie decisioni in autonomia>> ribatté Joelle <<E non imploro la salvezza o la libertà come dono che mi venga calato dall'alto: chi vuole la salvezza deve lottare per conquistarsela!
Se vuoi la libertà, non aspettare che qualcuno te la conceda: devi prendertela da te, con le tue mani, lottando!
E poi io non sono la messaggera di nessuno.
Ma lui, Waldemar...
Lui quale messaggio porta? Io mi vergognerei ad essere il Messaggero di Divinità che nascondono la loro sete di potere e di gloria dietro le belle parole.
Meglio chi fa il male apertamente, piuttosto che coloro che lo fanno fingendo di fare il bene!>>

Jennifer appariva insondabile, così come in generale il suo aspetto era evanescente, come quello di un fantasma:
<<Cos'avrebbe dovuto fare, secondo te? Sfidare gli Immortali? Opporsi al loro Grande Disegno? Violare il Patto stretto da Atar e Belenos?>>

<<Perché no? In fondo, nessuno di loro è onnipotente. L'errore più comune degli Immortali è illudersi di poter realmente comandare. Non ricordano tutte le volte che le cose si sono ritorte contro di loro. Non hanno ancora imparato la lezione>>

<<E quale sarebbe questa lezione, Joelle?>>

<<Che possono scatenare il vento, ma non ordinargli di soffiare nella direzione che vogliono loro.
Sai cosa disse Odino al figlio Balder morente?
"Se io fossi un vero dio, riuscirei a riportarti indietro dagli Inferi!">>



Jennifer si sentì punta sul vivo:
<<Nemmeno il Supremo Ahura Mazda, in tutto il suo splendore, può dirsi onnipotente! Vorresti forse insegnare a me il significato degli Arcani Supremi?>>

<<Se le mie parole non ti convincono, ti riferirò una frase che la vecchia Sidonie Waldemar ripeteva spesso: "L'unica divinità alla cui onnipotenza potrei anche credere è la Sfiga">>
E in quel momento le parve che Sidonie, nella sua estrema vecchiaia, avesse compreso qualcosa che gli altri non si rassegnavano ad accettare. Forse aveva capito che tutti i religiosi, i filosofi e gli scienziati si sbagliavano e che i principi fondamentali dell'universo rimanevano pur sempre l'errore e il caso.

Jennifer sorrise, ma controvoglia:
<<Sì, va be', se vogliamo contare le battute di Sidonie, non ne usciamo vive. Con me disse che tutti hanno quattro vite: una vita pubblica, una vita privata, una vita segreta e una vita di m...
Ma stavolta non te la caverai con una battuta, Joelle! 
Devi dirmi qual è il tuo vero obiettivo, quello che va oltre la tua ricerca dell'immortalità e il suo conseguente transumanesimo>>

Joelle allora si fece seria, e il suo sguardo era quello di una statua ferma e solida di fronte all'abisso:
<<Quello che io chiedo è che agli uomini sia concessa la facoltà di decidere autonomamente. E' questa la posta in gioco!
Vogliamo essere burattini degli Immortali o essere padroni di noi stessi?>> 

<<E tu credi che Vlad e i suoi parenti Vampiri lasceranno liberi gli Umani? Non puoi essere così ingenua!>>

<<Se avrò la fiducia di Vlad, potrò essere io la guida degli Umani, e saprei essere molto autonoma!
Non come Waldemar, che li lascia trasportare come un tronco di legno in un fiume!>>

Jennifer, che aveva fatto della difesa di Waldemar la sua principale ragione di vita, non intendeva transigere su quel punto:
<<Un giorno imparerai che il vero eroe è un eroe per errore. Uno che è capitato lì per caso e non gli è stato possibile di tirarsi indietro. Il vero eroe, in fondo, rimpiange di non poter essere un codardo come tutti gli altri. E la sua paura sarà la sua arma più preziosa!>>

<<Siete proprio fatti l'uno per l'altra! Avete paura anche della vostra ombra!>>

Jennifer tornò alla sua compostezza professorale:
<<Molto spesso a sopravvivere è chi ha avuto paura. Chi ha saputo quando fermarsi. Forse dovremmo studiare meglio le conseguenze di questo tipo di decisione. Del resto, si studiano coloro che sopravvivono e si impara da loro>>

<<Quella è la stirpe degli schiavi, come sta scritto nella Genealogia della morale di Nietsche!
Ma ne esiste un'altra! E tu lo sai bene, visto che ti occupi del Programma Genetico da una vita>>

<<Ma di che cosa stai parlando, Joelle? Del Superuomo o dell'Oltreuomo?>>

<<Sto parlando del fatto che quando arrivano le tempeste ci sono due modi di reagire: ci sono quelli che si rintanano e si rannicchiano, paralizzati dal terrore, e ci sono invece quelli che librano le loro ali in cielo come aquile e volano al di sopra delle nubi, al di sopra della tempesta, al di sopra di tutto.
Ecco, questa è la mia razza>>



Jennifer scosse il capo:
<<La razza degli esaltati!>>

Joelle sorrise:
<<Forse, ma sempre meglio della razza di chi trascorre la vita nelle caverne per paura di quello che c'è fuori>>

Jennifer inarcò le sopracciglia:
<<Hai presente qual il motto della Chiesa Cattolica: Unicuique suum. A ciascuno il suo! 
Le mie caverne hanno molto da insegnare. Anche nell'inerzia può esistere conoscenza.
Sai cosa rispondeva la 116enne Sidonie a chi la rimprovera di non aver mai fatto sport?
Rispondeva: il mio sport è quello di camminare ai funerali dietro alla bara di chi faceva sport>>

Joelle rise:
<<Almeno nell'ironia posso riconoscerti come sorella.
E va bene! A ciascuno il suo! 
Forse è giusto che ognuna di noi abbia scelto un ruolo diverso. Mettiamo da parte le rivalità, almeno per il momento. 
Ci attende un lungo viaggio, e se è vero che ti fermerai prima del Varco, il mio viaggio sarà ben più lungo del tuo>>

Jennifer annui.
In fondo al cuore sapeva che le cose sarebbero dovute andare in quel modo.
Era chiaro fin dall'inizio che una di noi sorelle avrebbe affrontato la prova del dolore, e Joelle è sempre stata la più forte.