venerdì 13 gennaio 2017

Differenze tra l'uomo adamico e pre-adamico in una prospettiva gnostica

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preadamiti sono i sostenitori del preadamitismo (o preadamismo) - letteralmente "prima di Adamo" - una teoria anticipatrice del poligenismo che sostiene che dall'analisi della Bibbia si possa dedurre che prima ancora di Adamo esistessero simultaneamente molte coppie umane. [1]
Il termine si trova usato per la prima volta nel 1655 in Isaac La Peyrère (1596-1670) che nella sua opera Praeadamitae sive Exercitatio super Versibus duodecimo, decimotertio, et decimoquarto, capitis quinti Epistulae D. Pauli ad Romanos, quibus inducuntur Primi Homines ante Adamum conditi [I preadamiti, ovvero Esercitazione sui versetti dodicesimo, tredicesimo e quattordicesimo del capitolo quinto dell'Epistola ai Romani del divino Paolo, versetti nei quali si introducono i primi uomini creati prima di Adamo] [2] pubblicata anonima senza indicazioni di luogo ed editore, in realtà ad Amsterdam, in base all'esegesi dei versetti 12-14 del quinto capitolo dell'Epistola ai Romani poneva il problema dell'origine della specie umana risolvendolo nel senso che l'umanità non discendesse direttamente da Adamo e che quindi non fosse erede del peccato originale e che non vi fosse un unico centro d'origine di tutta l'umanità così come faceva anche supporre l'esistenza dei nuovi popoli americani che non risultavano citati nella Bibbia.

Storia

Sviluppi iniziali

Il primo dibattito conosciuto sull'antichità dell'umanità ebbe luogo tra Teofilo di Antiochia e un pagano egiziano di nome Apollonio, che affermava che il mondo fosse vecchio di 153.075 anni.[3] Stime di questo genere erano frequenti nella letteratura greca e romana, come pure le affermazioni che il mondo e l'umanità fossero sempre esistiti.
La sfida più importante all'adamismo biblico venne dall'imperatore romano Giuliano (360-363), che, rigettando il Cristianesimo in favore della Teurgia (una forma evoluta di Neoplatonismo), accettò l'idea della creazione di molte coppie di genti originali, una posizione detta co-adamismo o adamismo multiplo.
Agostino di Ippona dedicò due capitoli del suo libro La città di Dio al dibattito tra cristiani e pagani sull'origine dell'uomo: il capitolo 10 del libro XII è intitolato "Si esamina l'opinione di coloro i quali ritengono che il genere umano come il mondo siano sempre esistiti", mentre nel libro XVIII, il capitolo 40 è dedicato alla "Menzognera presunzione degli Egiziani che attribuiscono all'antichità della propria cultura centomila anni". Come indicato dai titoli, Agostino riteneva le idee pagane sulla storia e la cronologia del mondo e della razza umana completamente assurde e incompatibili con la verità rivelata, secondo la quale l'esistenza dell'uomo non aveva ancora seimila anni. La posizione di Agostino su questi argomenti era condivisa dalla maggior parte dei rabbini e dei padri della Chiesa, che liquidavano i punti di vista del mondo antico come miti e favole che non necessitavano di ulteriori refutazioni.[4]

Fino al XVII secolo

Nel libro Kuzari, scritto negli anni 1130 dal filosofo ebreo-spagnolo Giuda Halevi, il re dei Cazari organizza un dibattito fra tre teologi, un ebreo, un cristiano e un musulmano, per capire quale sia la vera religione. Il re chiede al rabbino se sia preoccupato dalla rivendicazione, da parte degli Indiani, di essere in possesso di artefatti e costruzioni antichi di milioni di anni; il rabbino afferma che si tratta di affermazioni senza senso, propugnate da gente senza un libro riguardo al quale "molte persone avessero la stessa opinione". In questo stesso libro Halevi attacca molte idee contenute nel libro intitolato Agricoltura nabatea, composto o tradotto da Ibn Wahshiyya nel 904: queste idee, attribuite ai Sabei, affermavano l'esistenza di persone nate prima di Adamo e di genitori di Adamo, oltre che l'origine indiana di Adamo stesso; Halevi respinse queste opinioni semplicemente affermando che queste persone non conoscevano la rivelazione contenuta nella Bibbia.

Illuminismo

Durante l'Illuminismo, il preadamismo fu ampiamente adottato, in opposizionea alla versione biblica sulle origini degli uomini, mentre nel XIX secolo questa idea fu fatta propria dai sostenitori della razza bianca. Dal preadamismo sono sorti un certo numero di interpretazioni razziste dei primi capitoli della Genesi: alcuni teorizzatori preadamiti sostennero che Caino lasciò la propria famiglia per fondare una tribù inferiore, chiamata, a seconda dei casi, "mongoli non-bianchi", "razze nere", "bestie selvagge"; un'altra teoria voleva che Caino avesse preso moglie da una delle tribù inferiori preadamite. L'idea che il "marchio" di Caino fosse il colore nero della pelle sorse nell'Europa del XVIII secolo e fu diffuso negli Stati Uniti d'America del XIX secolo dal fondatore del mormonismoJoseph Smith.[5]

Dal XIX secolo ad oggi

Nell'Europa del XIX secolo, il poligenismo e il preadamismo erano idee attraenti per coloro che volevano dimostrare l'inferiorità delle popolazioni non-occidentali; negli Stati Uniti, invece, furono sostenute dai razzisti, ai quali non poteva piacere l'idea di una discendenza comune tra bianchi e non-bianchi. Scrittori come Charles CaldwellJosiah Nott e Samuel Morton rigettarono l'idea che i non-bianchi fossero discendenti di Adamo; Morton combinò il preadamismo con la misurazione del cranio per costruire una teoria della differenza razziale che giustificasse lo schiavismo.

Note

  1. ^ In Enciclopedia Treccani alla voce corrispondente
  2. ^ L'opera è stata pubblicata in italiano nel 2004, con testo latino a fronte, a cura di G. Lucchesini e P. Totaro, Macerata, Quodlibet
  3. ^ Teofilo di AntiochiaAd Autolico, iii.16.
  4. ^ Popkin, 1992, p. 27.
  5. ^ Haynes, 2002, p. 15.

Bibliografia

  • Haynes, Stephen R. (2002). Noah's Curse: The Biblical Justification of American Slavery. New York, NY: Oxford University Press. ISBN 0-19-514279-9
  • Popkin, Richard Henry (1992). Third Force in Seventeenth-Century Thought. Brill Academic Publishers. ISBN 90-04-09324-9

Voci correlate

Adamiti che ballano nudi in strada
Gli adamiti erano gli aderenti di una setta cristiana che era diffusa in Nord Africa intorno al IV secolo. In realtà diverse sette cristiane possono essere annoverate in questo raggruppamento, come gli adamiani, una piccola setta gnostica sviluppatasi tra il II ed il III secolo di cui ci parlano sia sant'Agostino che sant'Epifanio, o i turlupini nella Francia medioevale del 1370; in ogni caso tutti furono considerati eretici e antinomisti dalla Chiesa cattolica.
Essi proclamavano che si doveva ritrovare l'originaria innocenza di Adamo che, fino a quando non conobbe il peccato, visse completamente nudo. Affermavano che il corpo era l'opera di Dio e che pertanto non doveva essere coperto e la sua nudità non era peccato.
Eretici con idee simili risorsero nel corso del Medioevo. Nel Duecento le Fiandre furono scosse dagli insegnamenti di un certo Tanchelmo. Un secolo dopo, in Francia, nacque il movimento del Libero Spirito. Tra il Quattrocento e il Cinquecento nuove tendenze adamitiche attecchirono in Boemia e Germania fra i taboriti e gli anabattisti. Benché venissero duramente repressi, gli eretici fecero nuovamente capolino in Savoia e nei Paesi Bassi tra il Sei-Settecento. L'ultima testimonianza risale al 1848 nell'impero austro-ungarico.

Bibliografia

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