venerdì 10 marzo 2017

La Siria di Pompeo, divenuta provincia romana nel 63 AC

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Dal 66 a.C. al 62 a.C.  Cn. Pompeo Magno fu investito dell'Imperium Proconsolare sull'Oriente e condusse la sua operazione di ridefinizione del Levante con tale capacità militare ed amministrativa che Roma annesse gran parte dell'Asia sotto un saldo controllo. Pompeo non solo distrusse Mitridate, ma sconfisse anche Tigrane il grande, re di Armenia, con cui in seguito fissò dei trattati. Conquistò la Siria, allora sotto il dominio di Antioco XIII, e poi mosse verso Gerusalemme, che occupò in breve tempo.
Decise quindi di riorganizzare l'Oriente romano e le alleanze che vi gravitavano attorno (si veda Regno cliente). A Tigrane II lasciò l'Armenia; a Farnace il Bosforo; ad Ariobarzane la Cappadocia ed alcuni territori limitrofi; ad Antioco di Commagene aggiunse Seleucia e parti della Mesopotamia che aveva conquistato; a Deiotaro, tetrarca della Galazia, aggiunse i territori dell'Armenia minore, confinanti con la Cappadocia; fece di Attalo il principe di Paflagonia e di Aristarco quello della Colchide; nominò Archelao sacerdote della dea venerata a Comana; ed infine fece di Castore di Phanagoria, un fedele alleato e amico del popolo romano.
Il proconsole romano decise, inoltre, di fondare alcune nuove città, come Nicopoli al Lico in Armenia minore, chiamata così in ricordo della vittoria ottenuta su Mitridate; poi Eupatoria, costruita dal re pontico ed intitolata a se stesso, ma poi distrutta perché aveva ospitato i Romani, che Pompeo ricostruì e rinominò Magnopolis. In Cappadocia ricostruì Mazaca, che era stata completamente distrutta dalla guerra. Restaurò poi molte altre città in molte regioni, che erano state distrutte o danneggiate, nel Ponto, in Palestina, Siria Coele ed in Cilicia, dove aveva combattuto la maggior parte dei pirati, e dove la città, in precedenza chiamata Soli, fu ribattezzata Pompeiopolis.
Pompeo non solo era riuscito a distruggere Mitridate nel 63 a.C., ma anche a battere Tigrane il grandere di Armenia, con cui in seguito fissò dei trattati. Pompeo impose una riorganizzazione generale ai re delle nuove province orientali, tenendo intelligentemente conto dei fattori geografici e politici connessi alla creazione di una nuova frontiera di Roma in oriente. Le ultime campagne militari avevano così ridotto il Ponto, la Cilicia campestre, la Siria (FeniciaCoele e Palestina) a nuove province romane, mentre Gerusalemme era stata conquistata. La provincia d'Asia era stata a sue volta ampliata, sembra aggiungendo Frigia, parte della Misia adiacente alla Frigia, in aggiunta LidiaCaria e Ionia. Il Ponto fu quindi aggregato alla Bitinia, venendo così a formare un'unica provincia di Ponto e Bitinia.[88] A ciò si aggiungeva un nuovo sistema di "clientele" che comprendevano dall'Armenia di Tigrane II, al Bosforo di Farnace, alla CappadociaCommageneGalaziaPaflagonia, fino alla Colchide.
Con l'inverno del 63-62 a.C. Pompeo distribuì donativa all'esercito pari a 1.500 dracme attiche per ciascun soldato, ed in proporzione agli ufficiali, il tutto per un costo complessivo di 16.000 talenti. Poi si recò ad Efeso, dove s'imbarcò per l'Italia e per Roma (autunno del 62 a.C.).

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